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Il Grand Canyon è stato invaso da una specie aliena in quell’area, il Beefalo, una nuova specie, ibrido fra la mucca e il bisonte americano. 

Se il Beefalo è abusivo

Il Beefalo deriva da un bislacco esperimento attuato da un ranger americano ai primi del ‘900, che aveva voluto incrociare vacche e bisonti. I membri di questa che è a tutti gli effetti una nuova specie vengono tuttora allevati per la produzione di carne e pascolano in aree designate, dove la popolazione, priva di predatori naturali, viene tenuta sotto controllo da cacciatori autorizzati.

Tuttavia, nel tempo, centinaia di beefali sono riusciti a dribblare i loro armati secondini e a rifugiarsi nelle vicine aree protette del parco del Grand Canyon, dove la caccia è illegale. Purtroppo i poco educati animali proliferano e danneggiano siti importanti per i Nativi americani, aree riservate ad altri animali protetti, come il gufo messicano, e devastano i terreni coltivati, rotolandosi nella sabbia.

I rangers e l’US National Park Service, l’ente che gestisce i parchi nazionali americani, si trovano ora nella scomoda posizione di dover decidere del destino di questi animali. Secondo Stuart Pimm, del dipartimento di ecologia della prestigiosa Duke University, bisogna risolvere la querelle tra il proteggere le specie native dell’area e l’evitare di farne pagare le spese ai beefali immigrati.

Una possibile soluzione prevede il ridimensionamento della popolazione tramite caccia controllata, un’opzione facilmente attuabile, ma umanamente meno etica. Alternativa è quella di reintrodurre un predatore naturale, metodo già utilizzato nel parco di Yellowstone, dove i rangers hanno chiesto aiuto ai lupi per rimettere in riga la popolazione dei cervi. Sfortunatamente però non vi sono predatori di beefali nativi del Grand Canyon e introdurre nell’area una seconda specie aliena, di fatto duplicherebbe il problema.

Ultima opzione sarebbe il trasloco del Beefalo, ma convincere il testardo animale potrebbe essere più difficile ed economicamente gravoso di quanto si pensi. Il paleontologo Jim Mead ha invece una visione più fatalista della situazione e dichiara che il Grand Canyon dovrà semplicemente imparare a convivere con questa nuova specie. L’US National Park Service dovrà trovare una strategia d’ azione per il 2016; vedremo allora quale sarà il destino del Beefalo abusivo.

 

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