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Seligo Bianco e Seligo Rosso di Cantina Settesoli premiati dalla guida dei vini del Gambero Rosso. Gli Oscar Berebene 2015 assegnati alle due Doc della cooperativa vinicola siciliana.

Cantina Settesoli: Seligo vince l’Oscar

Il riconoscimento arriva da una delle più autorevoli pubblicazioni in materia di vini e quindi c’è da esserne davvero orgogliosi: la guida Berebene del Gambero Rosso ha deciso di premiare con l’Oscar il top di gamma del brand Settesoli, il Seligo Rosso Doc Sicilia e il Seligo Bianco Doc Sicilia, entrambi del 2013.

Cantine Settesoli con 6 mila ettari di terreno vitati rappresenta il vigneto più grande della Sicilia. Nata nel 1958 a Menfi per iniziativa di un gruppo di viticoltori, oggi conta 2mila soci e vanta una produzione di 24 milioni di bottiglie. Per Roberta Urso, responsabile delle pubbliche relazioni di Cantina Settesoli si tratta di un momento importantissimo: “L’amore per la propria terra, l’impegno, la passione e la tenacia del lavoro dei 2 mila soci viticoltori sono la motivazione per la quale, anno dopo anno, Seligo conquista prestigiosi riconoscimenti che riempiono di orgoglio la nostra Cooperativa e ci incoraggiano a proseguire nel nostro obiettivo: produrre vini di alta qualità a ottimo prezzo.

Nero d’Avola e Syrah

Seligo Rosso è un vino che nasce dall’unione di due vitigni, l’autoctono Nero d’Avola e l’internazionale Syrah. Il primo è chiamato anche calabrese, da “calaurisi”, che nell’antico dialetto siciliano significava uve di Avola, ed è un vitigno con buona struttura e acidità, che regala grande eleganza ai vini. Date le durezze abbastanza accentuate, il vino prodotto con Nero d’Avola ha ottime potenzialità di invecchiamento.

Seligo Rosso ha colore rosso rubino con riflessi tendenti al violaceo e al naso sviluppa profumi di frutta rossa matura, come ciliegia, prugna e fragola. Si abbina a formaggi a pasta dura o semi-stagionati ed è gradevole anche a fine pasto, servito con frutta secca.

Grillo e Chardonnay

Anche Seligo Bianco è un vino prodotto con due vitigni, uno autoctono e uno internazionale. Il primo è il Grillo, chiamato anche Riddu, che fu portato a Marsala dalla vicina Puglia. Ha un buon tenore zuccherino e grazie alle criomacerazioni con queste uve si possono ottenere bianchi molto buoni. E’ il vitigno migliore per la produzione di Marsala.

Il secondo vitigno utilizzato per la produzione del Seligo Bianco è lo Chardonnay, in Italia coltivato soprattutto al nord, in Trentino, Alto Adige e Lombardia. Negli ultimi anni ha avuto grandissima diffusione anche al sud, in particolar modo in Sicilia.

Il vino che deriva da questi due uvaggi ha un colore giallo paglierino, con riflessi tendenti al verde brillante. Il profumo ricorda i fiori d’arancio, l’albicocca matura e sviluppa una lieve nota agrumata. Al gusto è sapido, fresco, persistente, con un finale che rimanda alla scorza di limone e alla menta. L’abbinamento migliore per il Seligo Bianco è con piatti a base di pesce crudo.

 

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Foto Ufficio Stampa