delfini-mare

Mentre la comunità internazionale inorridisce e si oppone alla ripresa della caccia alle balene da parte dei giapponesi, nonostante il divieto della corte internazionale di giustizia, sul territorio italiano ci sono ancora ristoranti che servono la carne di delfino

Il delfino nel piatto

Accade a Fregene nel ristorante dello stabilimento ‘Oasi’ dove il piatto denominato ‘codice black’ propone filetto di delfino essiccato. Smascherato da un servizio del programma Le Iene, sembra però che il ristorante continui a proporre nel menu questo piatto poco etico, probabilmente in forza di cospicui ritorni economici.

A seguito di un’indagine promossa dalla procura di Civitavecchia, i fornitori della materia prima sono stati identificati e la carne di delfino sequestrata dalla Capitaneria di Porto nel gennaio 2014. Anche Lav (Lega antivivisezione) e Marevivo avevano denunciato la pratica e il loro appello era stato accolto dal ministro dell’Ambiente che proponeva un «urgente piano di controlli straordinari di tutta la filiera».

Una volta pratica comune nel mar Mediterraneo, la cattura di delfini è oggi vietata dalla legge per effetto della Convenzione di Washington sul commercio delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (Cites).

Tradizioni ancestrali superate

Le tradizioni culinarie di Sardegna e Liguria annoverano il delfino tra le prelibatezze di cui abbondano. Ma grazie al passaggio etico e culturale che riconosce finalmente  i cetacei (delfini e balene) come animali al pari di quelli domestici per doti cognitive e sensoriali, il musciame (filetto essiccato) di delfino si sostituisce oggi con quello di tonno.

Rimane il lecito dubbio che, data la condizione di drammatico declino delle popolazioni di tonno, questa sia un’alternativa sostenibile. La notizia non è nuova, ma sdegna ancor più se contrapposta alle recenti rivelazioni scientifiche riguardanti gli affascinanti mammiferi marini.

Tra le molte novità nel mondo dei cetacei, è di pochi giorni fa la notizia della scoperta di una nuova sottospecie di megattera e della rivelazione che i delfini possiedono un solo gusto: il salato. Altre curiosità riguardano l’abitudine dei delfini tursiopi di sballarsi con le tossine presenti nei pesci palla e il nuovo record d’immersione dello zifio, una specie elusiva e poco conosciuta, che riesce a trattenere il fiato fino a due ore.

Specie a rischio estinzione

Tuttavia le simpatiche curiosità sulla biologia e il comportamento dei cetacei sono troppo spesso oscurate dalle più deprimenti notizie riguardanti la loro conservazione. Diventano sempre più frequenti gli spiaggiamenti di massa causati dai sonar militari e le collisioni di grandi balene con navi e traghetti. Ci sono poi specie che stanno scomparendo per sempre, come il delfino di Maui, specie autoctona della Nuova Zelanda di cui oggi rimangono gli ultimi 55 esemplari.

Rispetto e boicottaggio

Per conservare l’ambiente marino e i suoi abitanti è quindi necessario agire nel rispetto del suo delicato ecosistema, prendendo coscienza della differenza tra mare e vasca da bagno casalinga, la sola che sia possibile controllare e modificare a piacimento. Il boicottaggio dei ristoranti in cui la carne di delfino è servita deve diventare la modalità più efficace per evitare il propagarsi e il continuarsi dell’indegna pratica.

 

 

Ti potrebbe interessare anche:

Il whale watching

Acquario di Genova: la casa dei delfini

Alaska: pesca e rispetto per gli oceani

Foto Freepik