yuzu

È dai tempi dell’imperatore Ta Yu (2205-2197 a.C.) in Cina che è noto il yuzu, un agrume molto aromatico che sta fra limone e mandarino, la cui profumatissima scorza è un tocco gradevole in molti piatti esotici, cinesi, giapponesi e coreani.

Yuzu: giallo orientale

Probabilmente deriva dall’incrocio del limone con il mandarino selvatico e infatti il succo, che ha anche un lieve sentore di pompelmo, è lievemente più dolce di nostri limoni siciliani, mentre identiche sono le proprietà organolettiche. E cioè vitamina C, acido citrico, limonene antiossidante, poco zucchero. Il limone infatti è il frutto meno calorico che si conosca con 11 calorie per 100 grammi.

Il yuzu è un piccolo albero spinosissimo la cui caratteristica saliente è la robustezza, che lo qualifica come il più resistente fra gli agrumi esistenti: se il luogo è assolato, può crescere anche molto oltre i mille metri di altezza e sopportare climi dove la temperatura si abbassa fino a toccare i 10 gradi sotto zero. Bello a vedersi in ogni stagione, lo si trova di frequente nei giardini e alcune varietà sono anzi coltivate espressamente per i fiori.

Mille proprietà

I frutti dello yuzu hanno invece le proprietà medicamentose degli agrumi, con un contenuto di vitamina C doppio di quello delle arance e sono ritenuti utili contro i malanni dell’inverno e per lenire i danni della pelle: di recente la loro albedo (la scorza bianca) e flavedo (scorza esterna) sono studiati come antinfiammatori per prevenire la gastrite, e come antiossidanti per combattere i radicali liberi.

I bagni caldi con i frutti interi immersi a rilasciare le essenze contenute nella scorza hanno un piacevole effetto rilassante e sono un’usanza giapponese molto amata per festeggiare tradizionalmente il solstizio invernale. In Corea, la confettura e il tè alla yuja (così è chiamato lì) sono molto utilizzati contro influenza e raffreddore.

Non solo: la magia degli yuzu risiede principalmente nell’essenza, come ben sanno i grandi profumieri e oggi anche gli chef. A New York alcuni portano in tavola l’atomizzatore, per permeare con una nebbia di succo le capesante. In Francia i pasticcieri profumano i dolci e il tè mentre in Olanda e Finlandia si aromatizzano con il yozu le nuove birre.

 

 

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