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Tradizione secolare e capacità imprenditoriale sono alla base della storia di una grande famiglia italiana, i Ginori Lisci.

Ginori Lisci: un’antica famiglia per il futuro sostenibile

Nel 1524 i Ginori, già mercanti di stoffe e potente famiglia fiorentina, inventarono il marchio con il quale segnavano le loro sete e che ancora oggi individua i prodotti dell’azienda. Poi, nel 1737 Carlo Andrea Ginori mise a punto, dopo decine di esperimenti, la formula della prima e più famosa porcellana italiana.

È nell’entroterra della Val di Cecina, a sud-ovest di Volterra, in provincia di Pisa, che si estende in un’ampia area incontaminata la proprietà Ginori Lisci: al centro della tenuta si trova il borgo del Castello Ginori di Querceto e sono 2mila gli ettari suddivisi in boschi, seminativi, olivi e vigneti.

Rinascita vitivinicola

Di questi circa 700 sono destinati a seminativi, 20 sono gli oliveti che circondano il castello, e 17 ettari, impiantati a partire dal 1999, sono dedicati alla vite. La rinascita della fattoria Ginori Lisci come azienda vitivinicola risale al 1999 quando, dopo attente ricerche pedoclimatiche, vengono individuati i primi 15 ettari da destinare a vigneto, poi portati a 17.

Oggi sono cinque i vini che Ginori Lisci propone sul mercato. Quello di punta è il rosso Castello Ginori, Merlot in purezza e Doc Montescudaio. Altre due espressioni di questa denominazione sono il Macchion del Lupo, da sole uve Cabernet Sauvignon e Campordigno, nel quale il Sangiovese si sposa con il Merlot. Ai rossi si aggiunge dal 2008 un rosato fresco e profumato: Bacìo, a base di Merlot e Sangiovese e, dal 2010, con Virgola c’è anche un bianco di bella struttura a base di Vermentino e Viognier.

“La scelta del Merlot e del Cabernet Sauvignon è stata naturale. Questi vitigni hanno trovato da tempo sulle nostre colline un habitat perfetto e in questi anni si sono dimostrati ottimi interpreti di questo territorio”, spiega Luigi Malenchini, alla guida dell’azienda insieme ai cugini Cristina Sannazzaro e Neri Guicciardini, tutti e tre nipoti dell’attuale proprietario, il marchese Lionardo Ginori Lisci. “Migliorarsi e migliorare ciò che ci circonda non è solo un’opportunità, è un dovere. Perché viviamo in una fase di grande evoluzione economica e proprio dalla terra arrivano nuovi impulsi di sviluppo e anche nuove soluzioni”.

Impianti sostenibili

Ed è partendo da queste considerazioni che Luigi Malenchini, attuale amministratore delegato dell’azienda, ha voluto fortemente la realizzazione del progetto dell’impianto di biogas che, dice: “calca le orme dei miei antenati, innovativi ante litteram”.

Ed è decisamente innovativo l’impianto di biogas costato circa 3 milioni di euro, che occupa un’area pianeggiante di 3mila metri quadrati, ed è situato nella fascia di pianura in prossimità dei seminativi a esso dedicati e produce 5 milioni di Kw all’anno di energia. Un’energia che viene utilizzata in parte dall’azienda per tutte le sue necessità mentre tutto il resto entra nella rete elettrica nazionale e fornisce elettricità a oltre 1281 famiglie.

Ma il borgo dei Ginori Lisci non è solo questo. Il cuore antico è composto dal bastione di avvistamento e dalla piccola piazza sulla quale si affaccia anche il castello del marchese Ginori Lisci. Intorno, si è sviluppato il borgo composto da antiche case, una pieve romanica e l’osteria “Locanda del Sole”.

Tra le mura troviamo anche suggestivi appartamenti dove specialmente nei mesi estivi trovano ospitalità turisti in cerca di emozioni toscane. La vita al castello è vivace e, da maggio a settembre, si alternano concerti, mostre e minicorsi di pittura, scultura e di cucina a cura dell’Accademia Libera Natura e Cultura.

 

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Foto Ufficio Stampa

 

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