la cucina della nonna parliamo di cucina

Sotto l’albero vincono i sapori caratteristici e tipici della cucina italiana. Accantonate specialità esotiche consumate durante il resto dell’anno, tornano protagoniste le ricette tradizionali e la cucina della nonna, rivisitate in chiave 4.0.

La cucina della nonna fa tendenza a Natale

Che Natale sarebbe senza la cucina della nonna? Addio sushi e sashimi, battuti da cappelletti e cappone, vincono le tanto amate ricette di famiglia: per un millennial su due, fa Natale la pasta fatta in casa della nonna o il suo mitico arrosto. È la sua cucina la star incontrastata del menu delle feste, tanto da essere considerato il momento più atteso. E la nonna è l’unica vera cuoca riconosciuta da parte di tutta la famiglia, capace di accontentare tutte le richieste, grazie a un ricettario personale che farebbe invidia a uno chef stellato.

Opinione condivisa anche dai masterchef, secondo cui è proprio la cucina della nonna a essere ispirazione per una tendenza che vede al centro la tradizione, rivisitata in chiave contemporanea e innovativa, per esempio, attraverso la sostituzione con l’olio dei condimenti più calorici, oppure l’aggiunta di spezie con cui rendere i piatti più saporiti e insoliti.

Tendenze sotto osservazione

È quanto emerge da uno studio condotto dallo Story Cooking di Casa Coricelli, l’osservatorio sulle tendenze nel mondo dell’olio e della cucina dell’omonima azienda umbra, condotto mediante la metodologia Woa (web opinion analysis) su circa 1.500 persone di età compresa tra i 16 e i 30 anni e su un panel di 50 masterchef, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per sondare l’ultima tendenza del Natale in cucina.

«Sono cresciuta in una famiglia in cui era normale trascorrere il Natale tutti insieme», commenta Chiara Coricelli, membro del Cda e terza generazione alla guida dell’azienda olearia Pietro Coricelli. «E i nonni hanno sempre avuto un ruolo centrale. Penso ai momenti di condivisione soprattutto con i più piccoli, e soprattutto alla cucina di cui loro sono il simbolo. I loro insegnamenti, anche dal punto di vista culinario, sono per me fonte di orgoglio e di grandi ispirazione. Le ricette che mi hanno tramandato fanno parte della mia storia e indubbiamente l’olio è tra gli elementi della loro cucina che più mi fanno sentire a casa».

Voglia di tradizione

Secondo i masterchef il menu di Natale trae ispirazione dal ricettario della cucina della nonna: pasta fatta in casa abbinata a consistenze diverse, secondi di carne, ma riletti in chiave agrodolce e dolci della tradizione rivisitati in maniera creativa. Cosa non può mancare nel menu di Natale? Secondo gli esperti chef, spiccano i primi piatti a base di pasta fatta in casa, come i ravioli e le tagliatelle, conditi con sughi a base di cacciagione o di pesce; a seguire secondi di carne cotti al forno o pesce in umido o alla brace che, soprattutto al Sud, sono piatti immancabili.

Per finire, non possono essere dimenticati i dolci tradizionali a base di creme, frutta secca o miele. A scendere sono invece tutti quei piatti considerati esotici, come la cucina giapponese. Sushi e sashimi battuti da cappone e cappelletti per un menu che il 25 dicembre deve essere rigorosamente all’insegna dei sapori del territorio, ma ripensati in chiave 4.0.

Secondo i masterchef italiani è importante sperimentare nel segno dell’innovazione: per esempio attraverso la sostituzione con l’olio di condimenti più pesanti, oppure l’aggiunta di spezie e aromi, oppure l’introduzione di nuove cotture, come quella al vapore o sotto vuoto.

Menu sotto l’albero

Ecco il parere di Federico Comi, giovane chef de LOsteria Brunello a Milano: «Sono cresciuto in un ambiente dove le tradizioni sono talmente importanti – spiega – che vengono tramandate di generazione in generazione. Gli elementi innovatori che più mi rappresentano riguardano le tipologie di cottura, con meno grassi di origine animale, più rapide e senza la perdita di principi nutritivi».

“Il mio menu sotto l’albero? Sicuramente sarebbe difficile rinunciare per me alla sapidità del brodo di cappone dei ravioli, alla gustosità dell’insalata russa e alla morbidezza del panettone. Comincerei da un antipasto con terrina di coniglio, tartare di frutta secca e candita e vellutata di lenticchie aromatizzata all’arancio. Per il primo, penso a cappelletti di faraona con mousse di patata dolce, brodo di scorza di parmigiano reggiano, seguito da lombata di cervo in crosta, cavolo rosso marinato e spuma di polenta bianca al ginepro. Il dessert? L’immancabile panettone rivisitato in chiave di tiramisù, preparato con mousse al mascarpone e arancia, crumble di biscotto e spuma di panettone al Marsala».

 

 

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