I bambini ci leggono

Il rapporto di Save the Children, L’Italia Sottosopra, dice che migliaia e migliaia di ragazzini italiani hanno poco accesso alla cultura. Qualche cosa potrà migliorare con gli sconti sui libri.

L’Italia Sottosopra

Con il decreto Destinazione Italia il governo ha deciso di riconoscere una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute per l’acquisto di libri muniti di codice ISBN. L’importo massimo è fissato a 2000 euro, di cui 1000 per i libri scolastici e universitari e 1000 per tutte le altre pubblicazioni. La destinazione dell’Italia non è però digitale: la detrazione infatti non è valida per e-book e affini.

In ogni caso il provvedimento è apprezzabile specie se a beneficiarne saranno i ragazzi. Stando al rapporto sull’infanzia 2013, L’Italia Sottosopra, redatto da Save the Children, sono più di un milione i minori in povertà assoluta nel nostro Paese. Dal 2007 a oggi il numero di quelli che non possono permettersi molti beni essenziali è più che raddoppiato, passando da meno di 500 mila a più di un milione. Tra povertà economica e povertà educativa c’è una stretta relazione e l’una alimenta l’altra , secondo Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa Save the Children Italia.

Se non hai da mangiare, figurati se compri un libro: comparando i consumi di una famiglia in povertà con una benestante, si rileva che, nella prima, le spese per il pane e il cibo assorbono quasi il 35% del reddito mensile a fronte dell’11% circa di una famiglia più agiata. Così, i meno abbienti cercano di risparmiare dove possono e finisce che all’istruzione possano destinare appena 11 euro al mese e 24 alla cultura, tempo libero e gioco a fronte dei 360 euro delle famiglie più abbienti.

Questo deficit di spesa educativa delle famiglie in povertà non è compensato da investimenti pubblici su welfare ed educazione determinando una gravissima contrazione delle opportunità educative indispensabili per la loro crescita, oltre a una perdita di potenziale intellettivo per tutta la società. Povero non vuol dire certo stupido, anzi magari è vero il contrario.

L’Atlante dell’Infanzia dello scorso anno ci raccontava che gli italiani sono alunni migliori dei tedeschi, e sono capacissimi di barcamenarsi tra le tante difficoltà. Ipotesi suffragata dalle ultime ricerche: le classi pollaio prive di supporti multimendiali registrano un più alto tasso di apprendimento.

I ragazzi italiani hanno in Europa il più alto indice di “resilienza“: la capacità cioè di ottenere risultati partendo da condizioni avverse. Però le scuole italiane sono tra le più vecchie d’Europa, sia come edifici che come corpo docente e a parte questo la disoccupazione cresce soprattutto fra i laureati. In più, siamo il primo paese d’Europa come tasso di “scoraggiamento” e abbandono scolastico.

Pensate cosa potremmo fare se il ragazzini potessero permettersi i libri e soprattutto venissero educati a preferirli ad altre attività.

 

 

Disegno di Clara Raimondi