schiscetta

… il pranzo lo preparo io. Per sette italiani su dieci è una pratica quotidiana: ogni giorno si va in ufficio con la schiscetta preparata il giorno prima.

Oggi si mangia fuori, ma…

Un’abitudine più rapida, sana ed economica della classica pausa pranzo al bar… e a quanto pare anche più chic. Ne avevamo già parlato su queste colonne, ma forse non sapete che ne parlava già il profeta Habacuc nella Bibbia e in questi anni lo stanno facendo sempre più spesso anche gli esperti di alimentazione.

Pausa pranzo in ufficio

E il pranzo al sacco o schiscetta, una sorta di picnic da consumare all’aperto in vacanza o adesso che si ritorna alla pausa pranzo in ufficio. Il suo successo è dovuto soprattutto all’aspetto economico, ma non solo: portare con sé cibo pronto ottimizza i tempi e permette di godersi l’intervallo-scrivania in completo relax, assaporando cibi selezionati e cucinati personalmente secondo le proprie esigenze.

Denominazione dialettale

Il nome sembra derivi dal verbo milanese ‘schisciare’ cioè schiacciare, perché la pratica del pranzo al sacco nel dopoguerra prevedeva di posizionare riso o pasta nella parte inferiore di un recipiente e subito sopra un contenitore più piccolo (per formaggi, salumi, polpette o altro) che si chiudeva tirando e schiacciando una molla.

Una volta erano soprattutto gli operai a portarsi dietro cibo pronto, ma secondo le ricerche condotte da Polli Cooking Lab al giorno d’oggi anche impiegati, professionisti e manager non rinunciano alla praticità del pranzo al sacco che ormai è diventato quasi uno stile di vita. Sui social network, infatti, non mancano le foto dell’ultima schiscetta alla moda acquistata online o nei negozi specializzati, con le posate abbinate e tutti i sistemi di riscaldamento/refrigerazione che la moderna tecnologia offre.

Pranzo alla scrivania

E se pranzare sulla scrivania è diventato chic, ecco che  il trend  ha funzionato anche in vacanza? Secondo la Coldiretti per il Ferragosto appena trascorso un italiano su tre ha deciso di prepararsi in anticipo il cibo per il viaggio: frutta, ma anche panini, verdure e piatti pronti come insalate, pasta e riso sono partiti  per le ferie con le famiglie italiane.

Anche questa tendenza alimentare, insieme al Byo e al Foodsharing di cui abbiamo già parlato, dimostra che la crisi può anche servire da stimolo per il settore,  sostenendo e dando  impulso a progetti come il km Zero o le consegne a domicilio gratuite. Non ne siete convinti? Il Food on the Road di Roma si gode il successo della sua iniziativa bio-rispettosa: preparazione e consegna di cibo di stagione rigorosamente biologico a impiegati, turisti e appassionati di gite fuori porta in cestini ecologici e a prova di spreco. Se Maometto non va alla montagna…

 

 

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