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Chi dice che in carcere si mangia male non ha mai provato il ristorante InGalera della II° Casa di reclusione di Milano-Bollate

Stasera si mangia… InGalera

Un progetto unico, quello del ristorante InGalera, nato nella Casa di reclusione di Milano-Bollate, nota per la sua politica penitenziaria volta a valorizzare l’aspetto rieducativo della pena, con la finalità ultima di una graduale inclusione sociale dei detenuti.

Progetto educativo e sociale

L’idea è stata concepita dalla cooperativa sociale “ABC La sapienza in tavola” (nata nel 2004 dentro il carcere stesso per offrire professionalità e lavoro ai detenuti) e si è concretizzata nel progetto “Dal carcere alla città: il ristorante sociale, un’idea di impresa”, ed è sfociata nell’apertura di un ristorante che offre ai detenuti un vero e proprio curriculum lavorativo e riabilitativo.

“In undici anni di lavoro in carcere, ho sempre pensato che aver costituito una cooperativa di catering sia stato davvero scoprire nuovi mondi”, racconta Silvia Polleri, presidente della cooperativa sociale ABC La sapienza in tavola. “Quando parti per trovare una terra sconosciuta puoi farlo in due modi, pioniere o pirata, orgogliosamente abbiamo sempre scelto il primo”.

Sostegni importanti

L’idea è piaciuta a PwC Italia, il network di consulenza legale e fiscale alle imprese che, sulla scorta di esperienze sviluppate a livello internazionale e riconoscendo nel food un elemento culturale determinante, ha avviato la collaborazione con ABC per la pianificazione e lancio del ristorante sostenendolo finanziariamente e con le proprie competenze economiche e finanziarie.

Il progetto trova un altro prezioso partner nell’Istituto Alberghiero Paolo Frisi, all’interno del carcere di Bollate dal 2012 con i suoi percorsi didattici-formativi in grado di consolidare e ampliare le possibilità di reinserimento nella società.

Senza dimenticare le fondazioni Cariplo e Vismara, che hanno sostenuto e condiviso gli obiettivi del progetto fino alla realizzazione del ristorante sociale e la collaborazione di grandi marchi del design italiano come Alessi, Artemide e Pedrali, che hanno contribuito all’arredamento del ristorante.

Momento di incontro

“Il ristorante InGalera, frutto di preziosa sinergia tra il pubblico e il privato, non si pone il solo obiettivo, di fornire ai detenuti competenze formative e lavorative utili al loro reinserimento sociale”, spiega Massimo Parisi, direttore della II° Casa di reclusione di Milano-Bollate.

“Con la sua costante apertura al pubblico costituisce l’opportunità d’interfacciarsi con l’universo carcerario e di riflettere sul senso della pena. In tal modo il ristorante è portatore di un messaggio culturale che intende incidere sul senso comune della pena e rafforzare le basi per un’effettiva inclusione sociale dei detenuti. Per questo va il mio sentito grazie a tutti coloro che ne hanno consentito l’attivazione”.

 

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Foto Ufficio Stampa