Apre a Palermo BarConi, bar pasticceria e gelateria di gusto internazionale che dà lavoro a ragazze e ragazzi migranti. E’ l’ultimo arrivato di MoltiVolti, l’impresa sociale che, passo dopo passo, un locale dopo l’altro, sta cambiando il volto dell’integrazione in Sicilia e spera di diffondere il proprio modello anche oltralpe, sotto la guida dello chef Antonio Campo, che ne supervisiona le attività e la filosofia gastronomica e umana. 

BarConi: il mondo in un cono gelato


‘Andare, andare, simme tutt’eguale

Affacciati alle sponde dello stesso mare

E nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante

Simme tutte naviganti’

Cantava così Eugenio Bennato nella sua “Che il Mediterraneo sia”. Che è anche un po’ la filosofia di BarConi, la neonata gelateria gestita da ragazze e ragazzi migranti. Situata proprio a piazzetta Mediterraneo, nel centro storico di Palermo, la dolcezza del suo gelato fa da contraltare a un murale, sul lato opposto della strada, di George Floyd, l’uomo afroamericano che, con la sua morte, è diventato il simbolo della lotta al razzismo.

Ecco il racconto di Antonio Campo, lo chef che coordina il locale, come hanno deciso di salpare verso questa nuova avventura fatta di inclusione e sapori internazionali, chi sono i membri dell’equipaggio e in che direzione punta la loro bussola.

Dalla Sicilia a Roma e ritorno, dallo stellato a MoltiVolti

Antonio ha studiato architettura, ma ha trovato la sua chiamata nella cucina. Dopo aver lavorato presso il ristorante stellato della chef Cristina Bowerman a Trastevere a Roma, ha deciso di tornare in Sicilia, la sua terra natia. BarConi è solo l’ultimo capitolo di questa storia. “Un percorso bello, difficile, di mediazione culturale prima ancora che di cucina”, lo definisce Antonio. “Dove l’importanza del rapporto umano prevale su quello lavorativo”. Prima di parlare di BarConi però bisogna fare un passo indietro e parlare di MoltiVolti, ristorante di cucina siculo-etnica e spazio di coworking situato a Ballarò, noto mercato storico di Palermo. 

Antonio ha cominciato tenendo classi di consapevolezza alimentare ai ragazzi di sala e di cucina di MoltiVolti, spiegando loro l’importanza della stagionalità e delle materie prime. Da questo lavoro, e sotto invito di Giovanni Zinna, uno dei soci fondatori,  è nata una collaborazione più duratura. 

“Moltivolti è un’impresa sociale, che fa lavorare ragazzi migranti che sono arrivati in Italia”, prosegue Antonio. “Non importa come, l’importante è che si siano spostati dal loro luogo d’origine e siano arrivati qui”. E ci tiene a specificare che spesso si pensa che l’unico obiettivo di MoltiVolti sia quello di fare lavorare persone disperate, che non avrebbero altre possibilità. La verità è che il focus del ristorante è quello di offrire una cucina che non sia semplicemente etnica, bensì autentica. E chi meglio di un cuoco senegalese può preparare in maniera originale il mafè, piatto forte del menù tradizionale del Senegal a base di riso e carne? C’è poi un aspetto di formazione del personale che va oltre lo sviluppo delle capacità tecniche. “A me interessa studiare i piatti con i ragazzi e aprire i loro orizzonti culturali a una visione internazionale – continua – come quando ho fatto loro provare il khachapuri georgiano, che li ha lasciati profondamente affascinati. Spesso siamo focalizzati a fare solo la cucina che conosciamo, ma è fondamentale sporcarsi le mani e mettersi in gioco, e noi ci proviamo.”

Antonio Campo

BarConi: tra gelato e golosità dal mondo 

BarConi nasce come uno dei vari rami di MoltiVolti (ci sono anche il bar Altrove e il B&B Sopra) con l’obiettivo di introdurre ragazze e ragazzi migranti al mondo del lavoro e renderli via via autonomi. Antonio ci spiega il naming originale: “BarConi è, in primis, un bar che vende coni gelato, e poi è un riferimento alla parola che spesso viene associata a un significato dispregiativo. Noi abbiamo voluto cambiare il significato semantico e rendere il barcone un simbolo di speranza perché è il mezzo con cui alcuni di questi ragazzi si sono spostati da un posto all’altro”. 

Del resto, la filosofia che anima l’impresa sociale è che la terra di ciascuno sia quella dove poggiano i suoi piedi, e che dovrebbe esistere per tutti la possibilità di spostarsi liberamente da un Paese all’altro. Per ora, il gelato non viene prodotto lì, ma acquistato da Cappadonia, maestro gelaterie di Palermo. “Pur essendo una piccola attività, non è semplice da gestire e la creazione del gelato è molto complessa, un lavoro tecnico che richiede molti passaggi”, spiega Antonio. “Quello che compriamo è però un gelato eccellente, di altissima qualità. Chiaramente produrlo è un punto critico del nostro lavoro e, anche se al momento ci stiamo anche un po’ testando, realizzarlo rimane il nostro obiettivo”.

Fra i gusti attualmente in vendita spicca il MoltiVolti, simbolo del locale e di tutti coloro che ci lavorano, perché è a base di burro d’arachidi, fondamentale nella cucina africana, e riso soffiato, che è il filo conduttore del mercato di Ballarò ed è un ingrediente consumato da tutte le culture del mondo, e il limone, che rappresenta sia la cucina siciliana che il Mediterraneo. 

E poi BarConi ha anche una pasticceria, dolce e salata. Un motivo in più per provare i loro pezzi: perché la loro offerta è internazionale e, a fianco agli sfincioni e ai biscotti di mandorle tipici siciliani, troneggiano spanakopite greche e madeleines francesi. Come per MoltiVolti, anche qui si punta tutto sull’autenticità dei prodotti. La loro è poi una cucina in continua evoluzione, che riflette non solo la grande ricerca dei piatti, ma anche la stagionalità degli ingredienti, tema molto caro ad Antonio. 

La ciurma di BarConi

Al momento la ciurma di BarConi è composta da quattro ragazzi arrivati dall’Africa. Malick, 22 anni proveniente dal Gambia, è il responsabile. “È molto motivato e disponibile, crede realmente in questo progetto. Settimana scorsa mi ha chiesto come mai avessimo scelto proprio lui per questo ruolo, che non si limita semplicemente a fare i gelati, ma lo vede coinvolto nel management del locale, per esempio nella scelta della varietà del caffè. Il motivo è che, oltre a essere una persona responsabile, è curioso e sensibile, forse anche grazie alla sua passione per la fotografia,  e per noi questo era importante”. Ci sono poi tre ragazze: Eglah (19 anni dal Ghana), Leslie e Christine (22 e 27 anni, dalla Costa d’Avorio). “Sono molto motivate e hanno sete di apprendere. Sono propositive e credono nella possibilità di cambiamento”.

Impatto sulla comunità e rotte future 

È presto per sapere cosa ne pensino i palermitani, perché BarConi ha aperto da due settimane ma, basandosi sull’esperienza di MoltiVolti, il feedback è stato molto positivo. “Questo non lo dico io, ma i fatti”, spiega Antonio.“ Qualche mese fa c’è stato un incendio al ristorante ed è stato lanciato un crowdfunding per ricostruire. In pochissimi giorni sono stati raccolti più di 100 mila euro. I cittadini ci hanno chiesto subito: “Ma quando riaprite? Ci mancate!”. 

Per quanto riguarda il tema del razzismo in Sicilia invece, Antonio racconta che in realtà, nonostante i barconi (quelli veri), non è così diffuso. “Ai palermitani fa piacere che MoltiVolti esista e che dia del lavoro a dei ragazzi migranti”, ci spiega. “Il razzismo c’è ma forse siamo bravi a gestirlo in maniera sana, quindi se sei titubante nei nostri confronti, ti invitiamo a cena, a provare i nostri piatti. Se vieni da noi sai che prima di tutto mangerai bene, e che inoltre stai facendo del bene tu stesso, perché ogni euro speso viene investito all’interno dell’impresa sociale”. 

E visto che le premesse sono così incoraggianti, la speranza è che il modello di MoltiVolti e BarConi possa sconfinare oltre la Sicilia e oltre l’Italia stessa, e diventare davvero un movimento che interessa tutta l’Europa. “Vorremmo che, col tempo, BarConi diventasse una flotta. Ovviamente il primo obiettivo è far funzionare questa attività. Una volta perfezionata, vorremmo espanderci e trasmettere il messaggio che chiunque, con buona volontà, studio e lavoro, tre ingredienti fondamentali, possa diventare un piccolo imprenditore.” 

BarConi

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