Il 17 settembre ricorre la Giornata Nazionale della Merenda, una tradizione tutta italiana che contraddistingue l’alimentazione del nostro Paese. A metà mattina come a metà pomeriggio è un rito amato da 34 milioni di italiani, con il plauso di nutrizionisti e dietologi. La merenda rientra  nella buona abitudine di consumare più pasti durante la giornata per affrontarla con un apporto energetico e nutrizionale adeguato: per questo la Bresaola Valtellina Igp rappresenta una preziosa risorsa nutrizionale. Con in più un gusto delizioso.  

Bresaola a merenda

Il parere dei nutrizionisti è unanime: la merenda è un pasto estremamente importante che evita di attingere alle energie di riserva, riducendo i cali glicemici e migliorando il metabolismo. Diverse ricerche hanno provato che con 5 pasti si ha un miglioramento generale dei parametri metabolici (lipidici e glicemici) e un minor rischio di malattie cardiovascolari e cronico-degenerative.

La merenda dovrebbe coprire circa il 5-10% dell’energia totale della giornata e dovrebbe avere tre caratteristiche: pratica, meglio se monoporzione, fatta con ingredienti genuini e leggeri, gustosa, per permettere all’organismo di riprendere le forze senza appesantirlo. 

Pane e salumi: evergreen italiano

E se il 27% degli italiani ama alternare il dolce con il salato, per 3 italiani su 10 (34%) la merenda per eccellenza è quella salata. Lo rivela la ricerca ‘Bresaola della Valtellina Igp, la vera icona del territorio tra tradizione e innovazione’, commissionata alla Doxa dal Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina all’interno della campagna ‘Destinazione Bresaola’, giunta alla seconda edizione per celebrare il legame del salume tipico amato da 38 milioni di italiani con il territorio in cui nasce. 

Giusto mix tra gusto, nutrimento e leggerezza

Per gli amanti della merenda salata, un panino di 40 g, accompagnato a 30 g di Bresaola della Valtellina IGP fornisce 158 kcal e permette di disporre del corretto apporto di proteine, ferro, zinco e vitamine del gruppo B. La Bresaola è tra gli alimenti indicati per la merenda, con 25 g di carboidrati e 13 g di proteine. Grazie al ridotto apporto calorico è un ingrediente di ottima qualità per una merenda genuina e nutriente. 

 

Ecco alcune curiosità sulla storia della merenda

In principio fu la ricompensa

L’etimologia deriva dal latino (è il gerundio del verbo ‘merere’, ‘meritare’) e originariamente era un momento che bisognava meritarsi, una ricompensa dopo il lavoro nei campi, a metà mattina e pomeriggio, per reintegrare il dispendio energetico. In effetti spesso ancora oggi i genitori usano dire ai bambini che se non fanno i bravi saltano la merenda, proprio per punizione.

La merenda più antica? Il pretzel dei monaci europei. La merenda più antica di cui c’è traccia è il ‘bretzel’ o ‘pretzel’. I famosi biscotti salati erano preparati dai monaci europei proprio come premio da dare ai bambini che studiavano e imparavano a memoria la Bibbia (‘pretiola’, ‘ricompensa’ poi diventato ‘pretzel’. 

I tre must: pratica, genuina, gustosa

Il parere degli esperti è unanime: la merenda è un pasto estremamente importante. Lo spuntino di metà mattina e metà pomeriggio evita di attingere alle energie di riserva, riducendo i cali glicemici e migliorando il metabolismo. Dovrebbe coprire circa il 5-10% dell’energia totale della giornata e dovrebbe avere 3 caratteristiche: pratica (meglio se monoporzione), fatta con ingredienti genuini e leggeri, gustosa, per permettere all’organismo di riprendere le forze senza appesantirlo. 

Secondo la scienza riduce il rischio di sovrappeso

Diverse ricerche hanno provato che con 5 pasti si ha un miglioramento generale dei parametri metabolici (lipidici e glicemici) e un minor rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche e cronico-degenerative. Inoltre, uno studio condotto dalla Yale School of Public Health e pubblicato sulla rivista scientifica Pediatric Obesity mostra come gli studenti che fanno lo spuntino abbiano meno probabilità di essere in sovrappeso. 

Fondamentale anche per gli sportivi

Anche chi pratica sport, sia a livello amatoriale sia a livello agonistico, richiede un maggior apporto di nutrienti. Le proteine nobili, pari al 33,1% dei macronutrienti complessivi del prodotto e l’adeguata quota di amminoacidi ramificati garantisce un’ulteriore fonte energetica nei momenti di sforzo fisico intenso, accorciando i tempi di recupero, favoriscono la sintesi proteica e, di conseguenza, l’aumento della massa magra. 

 

 

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Foto Ufficio Stampa