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Sempre più donne diventano produttrici di olio extravergine. Lo racconta Gabriella Stansfield, presidente dell‘Associazione italiana donne dell’olio.

Gabriella Stansfield: l’olio è donna

“Sono sempre più numerose le donne che si occupano di olio in Italia. In tutte le fasi del processo produttivo e in tutti i settori del comparto”, spiega Gabriella Stansfield, presidente dell”Associazione italiana donne dell’olio. Olivicoltrici, ricercatrici, insegnanti, chimiche e assaggiatrici si sono aggiunte alle tante produttrici che già nel 2000 si erano associate con lo scopo di promuovere la cultura e la conoscenza dell’arte olivicola e una corretta immagine dell’olio di qualità.

“L’associazione aiuta a non sentirsi sole in un mondo spesso ancora fortemente declinato al maschile: tra i soci ci sono persone competenti come chimiche e assaggiatrici di fama che sono in grado di far fronte a tutte le problematiche che possono presentarsi a ciascuna associata: dalla piccola questione specifica (per esempio, come imbottigliare) a quella di livello superiore (altro esempio, relativo alle nuove normative sull’etichettatura)”.

Passione e professione

Come tutti i prodotti di qualità, anche l’olio di oliva richiede passione, professionalità e un grande impegno: “Ho verificato sul campo, nell’esperienza associativa, che le donne hanno una capacità di lavoro incredibile”, continua Gabriella Stansfield. “Non solo perché sono polifunzionali o multitasking, ma anche perché riescono a lavorare intensamente e per molte ore”.

Le donne sono a volte penalizzate per via degli obblighi di cura nei confronti della casa e della famiglia, ma nonostante ciò riescono comunque a essere motore di innovazione, ricerca e sviluppo.

C’è molto da sapere sull’olio di oliva ma le informazioni fondamentali sono alla portata di tutti, anche se spesso vengono trascurate. Tanti chef buttano il burro rimasto troppo a lungo in frigo e diventato ormai rancido, ma ignorano lo stato dell’olio che tengono sul tavolo da lavoro.

“L’olio extravergine di oliva, se tenuto vicino a una fonte di calore, dopo 10 giorni si ossida e non è più extravergine. Bisogna avere per l’olio lo stesso rispetto che si ha per il vino: non si lascia una bottiglia di olio senza tappo e non la si lascia vicino a fonti di calore o al sole vicino alla finestra”.

Conoscenze tecniche

Non è dunque importante solo produrre un buon olio ma anche imparare a conoscerne e preservarne la qualità. “Non abbiamo tra i nostri scopi quello della vendita”, specifica Gabriella Stansfield. “Promuoviamo i migliori oli come testimonianza del lavoro delle associate e siamo liete se si aggiunge a noi qualcuno che ha difficoltà, perché potrà imparare a fare un buon olio”.

In Italia esistono 538 varietà di olive diverse (più del totale delle varietà esistenti in tutto il resto del mondo) dalle quali si possono ottenere altrettante varietà di olio.

“C’è tutto un mondo da conoscere”, conclude Gabriella Stansfield. “Ma i fondamentali sono pochi: leggere sempre le etichette, conservare con cura e imparare a distinguere un olio buono da uno cattivo perché tutte le persone sono in grado di farlo semplicemente attraverso i propri sensi”.

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Foto Ufficio Stampa