Grazie alla birra inclusiva gluten free di Gritz anche coloro che sono intolleranti al glutine possono gustare una birra artigianale, che concilia la tradizione e i sapori del territorio all’innovazione dei prodotti e delle tecniche di produzione. 

Gritz: la birra artigianale è gluten free

Birra e inclusività sembrano due concetti molto lontani. Non lo sono per Claudio Gritti, mastro birraio e fondatore del birrificio Gritz, l’unico in Italia, nonché uno dei pochi al mondo, specializzato in birre gluten free, ottenute da processo ‘gluten removed’. Grazie alla birra inclusiva di Gritz anche i celiaci, o coloro che sono intolleranti al glutine, potranno gustare una birra artigianale, che concilia la tradizione e i sapori del territorio all’innovazione dei prodotti e delle tecniche di produzione.

Bevanda amata proprio da tutti

Bevanda antichissima, la birra era consumata già dalle popolazioni mesopotamiche e dagli antichi egizi e riconosciuta per i suoi effetti benefici. La birra artigianale, per esempio, può aiutare a ridurre l’ansia: uno studio condotto dallUniversità di Montreal in Canada sostiene che l’assunzione di birra, a bassa gradazione, innesti una forma di appagamento psicologico in grado di alleviare lo stress.

Del resto piace proprio a tutti. Anche l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama se n’è fatta realizzare una ad hoc: la White House Honey Ale. L’Italia non è da meno e, secondo una ricerca di Assobirra, nel nostro Paese il consumo di birra è cresciuto del 2% rispetto al 2021. Per un momento di relax o per brindare con gli amici, da accompagnare a semplici patatine o abbinata a pasti più strutturati, la birra è la vera protagonista dei più svariati momenti, al punto da avere una vera e propria Giornata Internazionale, che cade ogni anno il primo venerdì di agosto.

Gli uomini preferiscono le bionde (ma anche le rosse)

La proposta di Gritz si articola intorno a quattro birre artigianali senza glutine, ispirate rispettivamente alla zia, alla nonna, alla mamma, alla moglie e a una cara amica di Claudio. La Danda, Belgian Strong Amber Ale; la Graziella, Bohemian Pilsner; la Barbara, Weiss Bier, la Camilla, Indian Pale Ale e la Cri, Dry Stout.

La Graziella è la più adatta al periodo estivo: a bassa fermentazione, dal gusto maltato e leggermente amara. È color oro pallido, con schiuma densa e duratura e con profumi floreali dati dai luppoli cechi. È perfetta da abbinare a piatti leggeri, come pesce, carni bianche o insalate.

La Camilla è invece più adatta a un clima primaverile. La gradazione alcolica più decisa (6% vol.) si accompagna a un’aroma floreale, che inebria prima il naso e poi avvolge la bocca, e a un sapore luppolato delicato. È di colore ambrato, con una schiuma persistente, e si sposa bene con piatti speziati o di verdure e carne alla griglia.

Anche la Cri, birra ad alta fermentazione di tipo Dry Stout è particolarmente indicata alla primavera. I malti tostati spiccano al naso, dando profumi di caffè e un leggero sentore di cioccolato. Il sapore, accompagnato da un amaro ben bilanciato, è deciso e piacevole al palato. La birra presenta un colore tendente al marrone scuro, con una schiuma cremosa e persistente. Ideale per accompagnare carne stufata o grigliata, ostriche, formaggi saporiti e dessert cremosi. Servita a una temperatura di 7-9°, è preparata con acqua, malto d’orzo, fiocchi d’orzo, frumento, luppolo e lievito.

Raffinate birre da chef

Per gli amanti delle birre ad alta fermentazione, la Barbara è quella giusta. Con un sapore delicato dalle note di banana, color giallo paglierino e con una schiuma voluminosa. Presenta una particolare e piacevole acidità, resa ancora più speciale al palato grazie ai sentori fruttati e alle note di chiodi di garofano. Si abbina a piatti salati, ad esempio specialità di mare o insaccati, ma è perfetta anche per piatti vegetariani dal sapore deciso.

Lo sa bene lo chef Davide Modesti, che ha scelto proprio la Barbara per accompagnare la sua ricetta veg a base di melanzana, caviale di melanzana, salsa verde e basilico. “L’acidità di questa birra pulisce il palato dalla grassezza e invoglia al secondo boccone, le sue bollicine sottili e cremose esaltano i sapori e i sentori fruttati contrastano perfettamente il gusto dell’affumicatura andando a bilanciarlo, infine il rimando al chiodo di garofano accompagna perfettamente il retrogusto amarognolo della riduzione di acqua di melanzana”, racconta lo chef nel suo ristorante ‘Vivace’, segnalato dalla Guida Michelin, che sorge a pochi metri da piazza Vittoria, cuore pulsante di Brescia.

Infine la Danda è quella decisamente più invernale, ad alta fermentazione, si presenta fruttata al naso, con leggere note alcoliche. Ha un sapore liquoroso e un morbido carattere maltato. È di colore ambrato con schiuma fine e compatta, si adatta particolarmente agli abbinamenti di carne, meglio se speziati. Pronti per provarle tutte?

 

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Foto Ufficio Stampa