Giugno è il mese dedicato ai disturbi correlati al glutine. La causa probabilmente è un grano “troppo pesante”.

Il grano di oggi sarebbe eccessivamente concimato e conterrebbe una quota di glutine superiore del 12% rispetto al normale a cui il nostro organismo stenta ad abituarsi.

 Dal 10 al 16 giugno si svolgerà dunque la seconda Settimana nazionale di informazione dedicata a celiachia e sensibilità al glutine promossa da DS – Gluten free, con il supporto scientifico del Dr. Schär Institute e con il patrocinio dell’Associazione Italiana di Dietetica e di Nutrizione Clinica (ADI).

L’iniziativa si propone di informare l’opinione pubblica chiarendo le differenze fra celiachia e sensibilità al glutine, per evitare le diagnosi fai da te e sottolineare la necessità di consultare sempre il medico di riferimento in caso di sintomi ripetuti per informare correttamente le persone due fenomeni con l’obiettivo di ridurre le autodiagnosi.

I sintomi sono i più diversi e riguardano aree del corpo differenti. Possono manifestarsi con gonfiore, ma anche cefalea o dolori addominali. La cura deve quindi essere mirata.
 Per esempio a oggi la SGNC (sensibilità al glutine non celiaca) e la celiachia hanno un’unica terapia conosciuta: la dieta senza glutine.

La sensibilità al glutine è una condizione che colpisce soprattutto le donne di età compresa tra i 25 e i 45 anni, mentre gli esperti, per la prima volta, hanno individuato e discusso i primi casi pediatrici caratterizzati maggiormente, rispetto agli adulti, da sintomi gastrointestinali.

Ma cosa è la sensibilità al glutine non celiaca? Essere sensibili al glutine significa avere sintomi simili a quelli della celiachia e dell’allergia al grano, senza essere affetti da nessuna delle due patologie. Si tratta di una situazione che, al contrario della malattia, sembra essere transitoria e potrebbe risolversi dopo un periodo di alimentazione senza glutine.

I sintomi che si associano alla sensibilità al glutine non celiaca sono

• Dolore addominale, anche con bruciore alla bocca dello stomaco, nausea e vomito, borborigmi, meteorismo, stitichezza e diarrea;

• Fatica, intorpidimento di braccia e gambe, crampi muscolari e dolori articolari;

• Mal di testa, confusione mentale, collasso, eczemi e molti altri problemi a cui, se si ignora la propria condizione di sensibilità, non si sa dare spiegazione.

Gli esami per escludere un’allergia al grano sono i prick test e i rast test.

I primi vengono eseguiti inoculando sotto la pelle del braccio, in modo indolore, una piccolissima quantità di grano. Se la pelle si gonfia e si arrossa in corrispondenza del “buchino” significa che si è allergici.

I rast test sono invece esami del sangue che misurano la quantità di anticorpi IgE specifici prodotti contro il grano. 
Gli esami del sangue per la celiachia ricercano anticorpi specifici contro il glutine, anticorpi specifici contro la mucosa intestinale e anticorpi anti-transglutaminasi (Ttg).

Per la diagnosi definitiva di celiachia è infine necessaria una biopsia (cioè il prelievo di una piccola parte di tessuto) dell’intestino tenue che rileva eventuali danni ai villi intestinali.

Un sospetto di sensibilità al glutine non celiaca e quindi una dieta senza glutine può essere presa in considerazione solo quando le due reazioni al glutine (celiachia e allergia al grano) siano state escluse con certezza.

Per approfondimenti: www.megliosenzaglutine.it