agrifoglio

Qual è l’impatto ecologico di un albero di Natale vivo rispetto a uno artificiale? Da un lato l’abete vivo aiuta a combattere il global warming (riscaldamento globale) attraverso la carbon sequestration (assorbimento CO2), dall’altro lato l’albero artificiale può essere riutilizzato più volte (si presume una media di 6 anni) e non necessita di alcun pesticida o fertilizzante. E allora cosa fare?

Impatto ecologico: albero di Natale vero, finto o… rosso?

La sociètà di ricerche Ellipsos ha affrontato questo problema valutando quattro diverse categorie di impatto ambientale: la salute umana, la qualità dell’ecosistema, il cambiamento climatico e lo sfruttamento delle risorse.

Se si considera un anno come arco temporale nel calcolo dell’impatto ambientale, l’albero artificiale ha un peso sul cambiamento climatico tre volte superiore di un albero vivo. In termini di impatto sulla salute umana la valutazione è quasi equivalente, ma se si prende in considerazione la qualità dell’ecosistema, l’abete finto è quattro volte meglio dell’albero vero.

Questo perché la piantagione di abeti occupa una superficie terriera molto maggiore rispetto alla produzione di alberi artificiali, nonostante le aree usate siano di solito spazi che non sarebbero utilizzati in altro modo.

Se invece allungassimo la linea del tempo, servirebbero ben 20 anni prima che l’albero artificiale diventi la soluzione migliore anche rispetto al cambiamento climatico. Lo studio di Ellipsos ha calcolato che l’intera vita di un albero naturale emette 3,1 kg di CO2 ogni anno, mentre un albero artificiale produce 8,1 kg di CO2 per anno. Quindi equivarrebbe a un percorso fatto in auto rispettivamente di 125 km e 322 km.

L’abete ideale è rosso

Per i più fortunati la soluzione ottimale sarebbe piantarlo in giardino così da ritrovarlo ogni anno pronto per essere addobbato. Qual è in questo caso l’essenza migliore? La specie ideale per l’ albero di Natale è l’abete rosso.

Un albero che preferisce le temperature molto basse, ma le esposizioni soleggiate. Necessita di terreni freschi, sciolti e acidofili. Per quanto riguarda le innaffiature, si accontenta dell’acqua piovana e in caso di forte siccità basta annaffiarlo ogni 10-15 giorni.

Facile da curare

Questi alberi si concimano al momento dell’impianto e, dopo la loro nascita, si può fare ogni due-tre anni per garantire loro una crescita costante. L’abete rosso si moltiplica per seme, che si mette a germogliare in terriccio soffice, preferibilmente di bosco. Le nuove pianticelle nate dalla germinazione dei semi sono poi trapiantate in singoli vasi e solo quando avranno raggiunto l’altezza di 40 cm circa possono essere collocate in piena terra.

La buca che riceve l’impianto dell’abete rosso deve essere abbastanza grande, circa il doppio della larghezza e della profondità del vaso. Quando l’abete rosso è messo in piena terra bisogna evitare di rompere il pane e le delicate radici. Il colletto della pianta deve essere posizionato a circa 2- 3 cm dal livello del terreno.

Questa pianta non si deve mai potare. Si recidono solo i rami secchi o danneggiati, senza strapparne alcuno. Se si coltiva l’abete in vaso si può anche decidere di spostarlo in casa per le feste di Natale, così da addobbarlo stando attenti a tenerlo lontano da fonti di calore e solo per il tempo delle feste. Poi è meglio rimetterlo in giardino o in balcone, purché stia in zone fresche.

Alberi sostenibili 

Chi desidera un albero vero ma non può coltivarlo, può rivolgersi al Corpo Forestale, che consiglia di rivolgersi ai vivai, per essere sicuri che l’albero non derivi da disboscamenti non autorizzati. Accertarsi, inoltre, che il sempreverde arrivi da un luogo non troppo distante da dove si abita (privilegiando gli alberi coltivati in Toscana e in Veneto) per evitare i lunghi trasporti  dall’est Europa, meno costosi, ma anche meno sostenibili.

In ogni caso, sempre il Corpo Forestale ci ricorda che ci sono anche altri tipi di piante sempreverdi per festeggiare il Natale: l’agrifoglio, il ginepro, il leccio, l’alloro, piante tipiche delle basse altitudini che sono bellissime. Nelle zone del litorale, invece, il corbezzolo e il viburno si prestano bene a sostituire l’abete rosso. Con un po’ di attenzione e di rispetto per la Natura il profumo di un albero vero può allietare il Natale senza danni per l’ecologia e contribuendo all’economia nelle regioni di tradizione vivaistica come la Toscana.

 

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