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In ufficio 7 italiani su 10 scelgono la pausa pranzo fai da te. Ce lo descrive uno studio promosso dal Polli Cooking Lab, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana. 

La pausa pranzo è Schi-Chic

Non importa il ruolo. Dal magazziniere al broker il 73% degli italiani dice basta ai panini ipercalorici e ai tramezzini multistrato e sceglie di prepararsi in casa un pranzo fai da te, da consumare il giorno dopo sul posto di lavoro. Per non commettere errori basta seguire le semplici regole dettate da masterchef e nutrizionisti per prepararsi la ‘schiscetta’, come si chiamava una volta.

È quanto emerge da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, realizzato mediante la metodologia Woa (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio on line sui principali social network , blog e community interattive, coinvolgendo circa mille e 300 utenti tra i 25 e i 55 anni, e attraverso 110 interviste a illustri nutrizionisti e chef nazionali per raccogliere i giusti consigli su come organizzare un’impeccabile schiscetta.

Termine dialettale

Di chiara origine milanese, il termine nasce nel dopoguerra e deriva dal verbo ‘schisciare’, cioè schiacciare, in quanto per chiudere il portavivande (un grezzo contenitore d’alluminio per conservare le pietanze preparate da mamme o nonne) si doveva premerne il contenuto con uno stantuffo sul coperchio.

Oggi negli uffici e sulle scrivanie di mezza Italia, insieme alle classiche ciotole di plastica, si trovano i portavivande multifunzioni dall’anima tecnologica e dal design curato: i lunch box o i bento box giapponesi disponibili in materiali e prezzi diversi. Ed ecco pronta la Schi-Chic.

Un po’ perché la crisi ha svuotato il portafoglio (45%), un po’ per la voglia di mangiare cibi sani (38%) e di sicura provenienza (34%) la pausa pranzo è fatta in casa prevalentemente per le donne (61%) la maggioranza delle quali ha un’età compresa tra i 25 e i 40 anni (44%).

Voglia di risparmio

Alcuni recenti dati giustificano la voglia di risparmio. Secondo le ultime rilevazioni di Adusbef (Associazione Difesa Utenti Bancari, Finanziari e Assicurativi), i costi della pausa pranzo sono aumentati drasticamente negli ultimi anni: il prezzo di una bottiglia d’acqua da mezzo litro negli ultimi dieci anni è cresciuto del 217%, e quello della pizzetta del 199%, dai 77 centesimi del 2001 ai 2,30 euro del 2011. Il risultato finale è che un veloce pasto può ammontare in media tra i 5 e i 12 euro, pari a oltre 150 euro al mese.

Il fatto che sempre più italiani optino per la pausa pranzo fai da te è testimoniato anche dal recente rapporto Coldiretti/Censis “Crisi: vivere insieme, vivere meglio”, secondo il quale 7,7 milioni di italiani si portano al lavoro il cibo preparato in casa, e di questi sono oltre 3,7 quelli che dichiarano di farlo regolarmente. Da non sottovalutare, inoltre, il bisogno di ottimizzare il tempo in pausa pranzo (28%), evitando in questo modo tempi d’attesa e lunghe code presso bar e ristoranti.

Il parere dei nutrizionisti

Il Polli Cooking Lab ha chiesto a diversi nutrizionisti e chef stellati quali sono le regole principali per preparare una Schi-Chic gustosa e di qualità. “È fondamentale realizzare un piatto gratificante e capace di saziarti per l’intero arco della giornata”,  afferma Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana di scienza dell’alimentazione. “È possibile utilizzare cibi e pietanze avanzate la sera prima. Personalmente consiglio di utilizzare formaggi light, tonno in scatola, pomodori, frutta, insalata”.

Secondo gli chef stellati, per la preparazione della Schi-Chic occorre seguire delle parole d’ordine: prime tra tutte varietà (45%), qualità (34%) e leggerezza (26%) con piatti a base di verdure, cereali e legumi magari rispolverando le ricette della nonna come pasta fredda, cacio e pepe.

Le regole per una perfetta Schi-Chic 

1 – Se la SchiChic corrisponde a un pranzo vero e proprio, deve avere le stesse caratteristiche di un classico pasto: quindi occorre utilizzare prodotti di qualità e di sicura provenienza.

2 – Non basarsi solamente sui gusti personali. La preparazione della SchiChic permette di sperimentare nuovi gusti e sapori, grazie ai diversi prodotti che è possibile utilizzare, dalla verdura alla frutta.

3 – Se la SchiChic rappresenta l’unico momento dedicato al mangiare sano per chi lavora in ufficio, è fondamentale realizzare un piatto che sappia saziare fino al fatidico timbro del cartellino senza compromettere le prestazioni lavorative. Occorre infatti optare per piatti gustosi ma leggeri, nutrienti però facili da digerire.

4 – Spesso basta riutilizzare con un po’ di fantasia e gusto ciò che è avanzato a cena e riproporlo in chiave SchiChic. Inoltre, basta rispolverare le ricette della nonna, a base di piatti semplici realizzati con ingredienti poveri, ma che combinati nel giusto modo permettono di ottenere pietanze gustose, genuine e risparmiose.

5 – Rigorosamente di stagione e nelle sue diverse varianti, la verdura è una delle protagoniste della SchiChic, per le sue caratteristiche di leggerezza e per la facilità con la quale è possibile preparare piatti sfiziosi e variegati.

6 – Per mantenere la Schi-Chic fresca come appena preparata, occorre conservarla in un posto fresco. Se non si dispone di un frigo in ufficio si può utilizzare anche una comune borsa termica refrigerante.

Il bello della Schi-Chic è anche rappresentare un pasto fuori dagli schemi. Quindi spazio a creatività e immaginazione, pur restando fedeli ai consigli degli esperti.

Ricorda, da ultimo, che consumare i pasti alla scrivania richiede il rispetto di alcune regole di buona educazione. Le postazioni di lavoro devono essere rigorosamente pulite, gli avanzi raccolti e chiusi per evitare spiacevoli inconvenienti.
Buon lavoro e soprattutto buon appetito.

 

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