A Sandrigo, vicino a Vicenza, ritorna dal 15 al 26 settembre il Festival del Bacalà alla Vicentina. Un’occasione non solo per tutti i buongustai, ma anche per coloro che desiderano scoprire la storia di un ingrediente che ha viaggiato nel tempo e nello spazio, giungendo secoli fa dalle coste della Norvegia e trovando la sua massima espressione grazie alla genialità della cucina italiana. 

Sandrigo in festa per il Bacalà alla Vicentina

La tradizione che lega il bacalà allo stoccafisso norvegese è di antichissima data. Fu Pietro Querini, mercante veneto naufragato nel 1432 sulle coste della Norvegia, a scoprirlo presso le popolazioni locali e a farlo conoscere ai suoi connazionali una volta rientrato in patria. Per la sua conservazione duratura dovuta al processo di essiccazione naturale, lo stoccafisso norvegese – chiamato da sempre in Veneto bacalà e da non confondere con il vero baccalà, conservato sotto sale – piacque moltissimo. 

Nacquero così alcune delle più note ricette del territorio, come il bacalà alla vicentina, preparato con sarde sotto sale, latte, grana e prezzemolo. Senza dimenticare che l’ingrediente entra anche in numerose altre preparazioni locali, primo fra tutti il bacalà mantecato alla veneziana, la cremosa preparazione tipica della città lagunare. 

La Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina

Nasce a Sandrigo nel 1987 la Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina. In un periodo in cui il celebre piatto locale rischiava di essere dimenticato, l’avvocato Michele Benetazzo ha pensato di costituire un cenacolo di personalità vicentine e non per difendere la tradizione e promuovere il bacalà nel mondo. Un sodalizio che: “Non sia soltanto dedito a riunioni mangerecce, ma proteso a difendere la buona cucina locale”.

Obiettivi primari: la stesura di una ricetta unica per la preparazione del Bacalà alla vicentina. Dare attestati ai ristoratori che servono con continuità il tipico piatto locale. Allacciare rapporti con altre regioni italiane che hanno tradizioni culinarie legate allo stoccafisso. Invitare esperti del settore nutrizionale a svolgere ricerche sulle antiche ricette del baccalà, sulle origini della pesca e del commercio del merluzzo nei secoli. 

Un pesce che ha fatto la storia

Oggi, a distanza di quasi seicento anni da quel fortuito incontro, a Sandrigo si festeggia ancora il piatto simbolo della cultura gastronomica vicentina, così come il legame con la comunità di Røst, una delle isole dove ancora si pesca e si essicca il merluzzo. Il Festival utilizza solo stoccafisso norvegese IGP del Consorzio Torrfisk Fra Lofoten, prodotto di altissima qualità trattato ancora secondo la ricetta medioevale. 

Cosa bolle in pentola al Festival 

Dopo il Gran Galà del Bacalà, una cena esclusiva solo su prenotazione che si terrà il 13 settembre, dal 15 al 18 settembre e dal 22 al 26 settembre apriranno una serie di stand dove assaggiare non solo il piatto simbolo dell’evento, ma anche tanti altri piatti a base di bacalà, come i bigoli, gli gnocchi di zucca, la pizza gourmet, i ravioli, il suhi e la tempura di bacalà. Si potranno inoltre degustare vini del territorio della Cantina Beato Bartolomeo da Breganze e di Io Mazzucato.  

Domenica 18 settembre si terrà l’evento Bacco e Bacalà, l’appuntamento organizzato in collaborazione con AIS Veneto a Villa Mascotto di Sandrigo per degustare oltre 120 etichette di vino e birra da accompagnare il bacalà. 

Domenica 25 alle 10.30, invece, la Confraternita del Bacalà celebrerà in piazza Garibaldi l’investitura dei nuovi confratelli, che sarà anticipata dal corteo del doge con sbandieratori e figuranti. Nella stessa piazza alle 19.30 verrà portato in scena da una compagnia norvegese un abstract dell’opera del Querini

 

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Foto Ufficio Stampa