The Vegetarian Chance parliamo di cucina

The Vegetarian Chance, la prima competizione di cucina vegetariana e vegana, si è conclusa ieri al ristorante Joia di Milano con la vittoria di Daniela Cicioni, architetto e cuoca freelance che unisce l’arte del design alla creatività gastronomica.

The Vegetarian Chance

Ideata e organizzata dal patron del ristorante Joia a Milano, Pietro Leemann, e il gastronomo Gabriele Eschenazi e sponsorizzata da S.Pellegrino Acqua Panna, si è conclusa ieri 22-6-2014 la prima edizione del concorso di cucina vegetariano con un successo tutto al femminile.

L’evento faceva parte della manifestazione The Vegetarian Chance, suddivisa in due parti: la prima si è svolta a Monte Verità ad Ascona in Svizzera con eventi aperti al pubblico a informare e incuriosire sulla dieta vegetariana e conclusasi con una sontuosa cena di gala.

La seconda parte della manifestazione prevedeva invece una competizione culinaria riservata a chef professionisti di stampo vegetariano e non, che si sono cimentati nella creazione di un antipasto e un piatto principale secondo rigide regole imposte da Pietro Leemann, unico chef vegetariano in Europa insignito della stella Michelin.

Vegetariane, vegane o crudiste: le ricette potevano trarre ispirazioni da tecniche innovative e ingredienti insoliti purché fossero nutrizionalmente bilanciate, sostenibili a livello ambientale e rigorosamente senza prodotti di origine animale. Il giudizio era suddiviso in: idea del piatto, estetica, gusto, valore nutrizionale e sostenibilità ambientale, a testimonianza che il cibo è un’esperienza a 360° e che deve far bene e nutrire non solo l’uomo ma tutto il pianeta, attraverso il rispetto delle materie prime nella loro produzione e manipolazione.

Giuria di esperti

In giuria un team di alta classe e autorevolezza formato dallo stesso Leemann, affiancato da Gualtiero Marchesi (rettore di Alma, scuola internazionale di cucina italiana e presentatosi dopo essersi lanciato con il paracadute, a 84 anni!), Marco Bianchi (divulgatore scientifico della Fondazione Veronesi), Joris Heinjnen (direttore olandese di Variatie in de Keuken), Luca Sacchi (gastronomo e ricercatore) e Lorenzo Sonognini (esperto ambientale).

La prima competizione di cucina vegetariana ha visto tre donne eccellere e accedere al podio. Daniela Cicioni, già distintasi a Identità Golose, ha vinto la competizione. Seconda classificata la chef olandese Femke van den Heuvel e una menzione speciale “cucina vegetariana del futuro” è stata consegnata ad Antonia Klugmann.

Daniela Cicioni, cuoca vegana e crudista aveva già mostrato la sua eccezionalità a una cena tutta vegetale tenutasi il 17 giugno a Eataly Smeraldo con un menu d’ispirazione vegana a quattro mani con Viviana Varese, chef del ristorante di pesce Alice.

Proposte inedite

In occasione del concorso di cucina vegetariana, la chef architetto ha presentato due piatti di alta cucina ed eccellenza sensoriale. Partendo dalla quenelle di fermentino fresco e stagionato (un formaggio prodotto con l’utilizzo di mandorle) e continuando con un piatto principale che più rassomigliava a un quadro in cui un cous cous di mais con cagliata di mandorle affumicata formava una ghirlanda adorna di fiori commestibili.

La chef olandese Femke ha invece presentato Lava, un’esplosione vegetale con differenti texture e con la particolarità della cottura nell’acqua di mare contenente alghe. Il piatto principale era un rotolo di ricotta e nocciole, un po’ monocromatico ma sorprendentemente gustoso, soprattutto se si considera che né sale, né zucchero sono stati utilizzati poiché questi ingredienti non sono disponibili nei Paesi Bassi dove il piatto è stato concepito.

Menzione d’onore anche alla chef Antonia Klugmann, grazie a piatti considerati visionari per il loro equilibrio. L’antipasto era un’insalata con ingredienti dell’orto personale di Antonia, raccolti la sera prima mentre il piatto principale, il fiore di zucchina affumicata accompagnato da senape casalinga, lasciava una piacevole piccantezza al palato accentuata dal “gusto del fumo”, come lo definisce la stessa Antonia.

A seguire le finaliste, molti chef di altissimo livello quali Carla Aradelli (ristorante Riva a Ponte dell’Olio, vicino a Piacenza), Mario Gagliardi (sous chef al Cascinalenuovo a Isola d’Asti), Alberto Quadrio (secondo da Asola a Milano, da non perdere d’occhio), lo svedese Anders Ramsay (Elwing&Co a Stoccolma) e, infine, Matteo Rizzo (Il Desco a Verona).

Stimolare la creatività

Il concorso di cucina vegetariana aveva un duplice intento: stimolare la creatività degli chef spingendo cuochi professionisti a cimentarsi nel creare piatti senza prodotti animali e mostrare che è possibile un’alta cucina vegetariana, che non rinuncia al gusto pur utilizzando prodotti della terra, sostenibili e bilanciati. The Vegetarian Chance e il concorso di cucina vegetariana sostengono e diffondono un’idea di coscienza ambientale, per uno stile di vita sano e una ricerca di sapori genuini e non processati dall’industria alimentare.

Lo chef Pietro Leemann auspica una rivoluzione culturale oltre che gastronomica e The Vegetarian Chance si propone di fornire svariate iniziative sul mondo vegetariano e vegano e aprire un dibattito su temi quali alimentazione, sostenibilità e benessere psicofisico.

Tuttavia come ogni rivoluzione di pensiero, anche un cambio radicale di dieta può spaventare e causare una certa diffidenza, per questo motivo il concorso di cucina vegetariana ha anche la funzione di informare il pubblico e stimolare chef più tradizionalisti, per favorire una scelta consapevole che spinga i consumatori ad avvicinarsi naturalmente alla cucina vegetariana, interpretandola non più come stravaganza ma come un’alternativa gustosa e una risposta attuabile al tema di Expo 2015, Nutrire il pianeta.

 

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Foto Ufficio Stampa