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Planet Farms: l’insalata verticale

L’agricoltura verticale riduce il consumo di suolo e acqua, favorisce la biodiversità, e ha tutte le carte in regola per diventare il metodo di coltura di elezione nei prossimi 30 anni. Riuscirà a migliorare le sorti del pianeta? Planet Farms ci crede. 

Planet Farms: l’insalata verticale

Per essere ‘giusto’, non basta che un prodotto alimentare sia solo gustoso. Certo, la bontà di un cibo è in gran parte soggettiva, ma esistono parametri del tutto oggettivi che si dovrebbero tenere a mente. Per esempio, quanto è sostenibile il metodo con cui ciò che mangiamo è stato allevato o coltivato? Che impatto ha avuto sull’ambiente?

Discostandosi dall’agricoltura tradizionale, che si sviluppa in orizzontale, e utilizza grandi risorse in termini di terreno e acqua per sostenersi, il vertical farming, come suggerisce il nome, è un tipo di agricoltura con una prospettiva tutta diversa: sfrutta l’uso di superfici verticali e di tecnologie quali l’idroponica, l’acquaponica e l’aeroponica per la coltivazione delle piante, con conseguente risparmio di risorse idriche e di suolo. 

Questione di prospettiva

Il vertical farming, inoltre, avviene al chiuso, in appositi edifici dove tutto, dalla temperatura, all’umidità, alla luce, alla precisa quantità d’acqua che ricevono le piantine, è controllato, garantendo così piante che non necessitano di pesticidi o fitofarmaci per crescere sane e forti, e che possono così essere coltivate in qualunque parte del mondo, dal polo nord all’equatore, e che non devono essere lavate prima del consumo (garantendo così un risparmio idrico ancora maggiore).

L’altro aspetto positivo di questa tecnica è quello di garantire una maggiore efficienza produttiva, che a sua volta porta a un inferiore spreco di risorse, e che si basa su tecnologie supportate dall’intelligenza artificiale (AI). Queste permettono di monitorare con precisione i raccolti, raccogliere e analizzare dati e aiutare a prendere decisioni informate. 

Per esempio, l’AI può servirsi di sensori per valutare la salute, la crescita e la resa delle piante e suggerire modi per ottimizzarle. Può poi comprendere le condizioni ottimali di luce, temperatura, umidità e nutrienti per diversi raccolti e diverse fasi di crescita, e modificarle automaticamente per adattarle alla necessità della pianta.

Futuro verticale

Certo, immaginarsi lunghi laboratori con file di piante ordinate e fredde luci bianche non è tanto romantico quanto pensare a campi verdeggianti baciati dal sole. Eppure, le sfide che l’agricoltura dovrà affrontare prossimamente non hanno niente di romantico. Si stima che, entro il 2050, ci saranno oltre 9 miliardi di persone al mondo, di cui circa il 60% vivrà nei pressi di grandi centri urbani. 

Per nutrire tutti, la produzione agricola dovrà crescere del 70%, il che equivale a dire che, nei prossimi 30 anni, si dovrà produrre più cibo di quanto sia stato prodotto negli ultimi 10mila anni.

Tutto ciò avverrà a discapito della biodiversità, investendo enormi risorse in termini di spazi e acqua da destinare all’agricoltura. Già oggi, fino al 70% del consumo idrico mondiale è sfruttato dal comparto agricolo, quindi è facile intuire che potrebbero mancare le risorse per supportare la crescita demografica.

Il vertical farming si propone come soluzione ecosostenibile per nutrire il pianeta. Oltre al risparmio di suolo, promette un risparmio di acqua fino al 95-98% superiore e riduce drasticamente la filiera, poiché negli stabilimenti entra un seme e ne esce un prodotto confezionato, che non deve neanche essere lavato. 

È inoltre un metodo che promuove la biodiversità: diversamente dall’agricoltura tradizionale, che negli anni ha selezionato geneticamente le varietà di semi per generare piante resilienti, ma tutte uguali, il vertical farming promuove la coltivazione di piante partendo da semi antichi. Il tutto a favore del gusto, che in questo modo è valorizzato e molto più intenso. 

Verticali si nasce… e si cresce

Planet Farms è stata fondata nel 2018 a Milano e, ad oggi, rappresenta la più grande realtà di vertical farming in Europa. Una realtà destinata a espandersi ancora di più, grazie al finanziamento da 17,5 milioni di euro concesso da UniCredit e assistito dalla Garanzia Green di SACE.

Con questi fondi, Planet Farms costruirà un nuovo stabilimento produttivo a Cirimido, in provincia di Como, nel quale espandere, con una superficie netta di coltivazione di 20mila mq, la sua produzione di sei tipi di insalate baby leaf, basilico e altre colture.

Il finanziamento arriva di pari passo con un altro, illustre riconoscimento: Planet Frams è stata selezionata fra le 50 aziende AgTech più innovative nel report Thrive Top 50 AgTech e Foodtech, la classifica che raccoglie le aziende il cui operato ha un impatto concreto nel combattere le sfide ambientali. 

Prodotti accessibili

E il loro prodotto è sempre più accessibile per i consumatori: grazie all’uso di tecnologie all’avanguardia, Planet Farms è attentissima al raggiungimento di una maggiore efficienza produttiva, la quale permette di ottimizzare i costi e abbassare i prezzi. L’arrivo di Planet Farms non porta sul mercato solo un nuovo prodotto, ma anche un insegnamento prezioso: esiste un’alternativa pulita allo sfruttamento agricolo senza scrupoli. 

Lo sa bene la catena milanese Panino Giusto, che, per realizzare panini davvero giusti e buoni, si serve di ingredienti allevati e coltivati all’insegna della qualità e della sostenibilità, inclusi quelli considerati più umili all’interno di un sandwich, come l’insalata. 

Per questo, Panino Giusto ha annunciato una collaborazione con Planet Farms, l’azienda agricola tutta italiana che ha adottato la rivoluzionaria tecnica del vertical farming per coltivare insalate e basilico, giusti sotto ogni punto di vista, da quello del gusto a quello della sostenibilità. I panini erano gustosi anche prima, ma da oggi avranno una marcia in più: saranno buoni anche per l’ambiente e la terra. 

 

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Francesca Feletti:
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