baleneL’Aja ordina lo stop al Giappone e chiude con il pretesto della finalità scientifica. D’ora in poi cacciare le balene non sarà più permesso neppure per le tradizionali abitudini alimentari. 

La caccia alle balene è illegale anche a Tokyo

La Corte internazionale di giustizia de L’Aja chiude il contenzioso ultradecennale con il Paese del Sol Levante che ha sempre difeso una tradizione secolare  nazionale con la scusa delle finalità scientifiche. La caccia alla balena era già entrata in crisi a causa dell’inquinamento da mercurio, tanto che nel 2013 ben 6mila tonnellate di carne sono andate sprecate.

E comunque, la Corte ha disposto definitivamente la sospensione della pesca dei cetacei per fini di studio sostenuta da Tokyo fin dal 1988, data in cui la caccia alle balene è stata dichiarata illegale.

Tokyo si è sempre arroccata sulla questione del consumo della carne di questi cetacei in quanto pratica tradizionale nazionale giapponese su cui gli stranieri non dovrebbero pronunciarsi.

Patrimonio dell’Umanità

Ma le balene sono patrimonio faunistico dell’umanità e al mare, da Fukushima in poi, il Giappone ha già fatto abbastanza danni, anche se non ancora quantitativamente e qualitativamente misurabili perché anche l’estremo riserbo in merito pare essere un’altrettanto deprecabile tradizione locale.

Sempre meno gradita

Eppure i giapponesi stessi sembrano ormai diffidare del consumo di questo piatto. Come tutti i pesci di grandi dimensioni, anche la balena accumula nelle molecole di grasso del suo corpo enorme tutti i veleni che oggi si trovano nel mare, in particolare i metalli pesanti, tanto che lo scorso anno il Giappone aveva giacenti in magazzino 6mila tonnellate di carne di balena per sospetto inquinamento da mercurio.

Operazione fallimentare

Abbastanza per riempire i vetrini delle sedicenti ricerche scientifiche, ma anche per far arrabbiare i genitori giapponesi perché nei pasti scolastici dei bambini nelle mense nazionali, si aggiunge anche la carne di balena per cercare di liberare un po’ i depositi strapieni.

Il costo economico e d’immagine di questa operazione è talmente fallimentare da costituire la migliore speranza che il governo di Tokyo colga al balzo il divieto di continuare con questa caccia e metta finalmente a riposo Akab-San (ovvero il signor capitano Akab celebrato da Melville).

 

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