fattoria-di-vaira-parliamo-di-cucina

Tempi e modi di un’agricoltura rimasta a misura d’uomo per i prodotti della Fattoria Di Vaira, in Molise. Mucche, capre, prati e campi coltivati a cereali: questo e molto altro nell’azienda biodinamica che è diventata il simbolo della buona agricoltura nel Mezzogiorno.

Di Vaira: solo natura

Paola Santi è una giovane donna che tre anni fa ha deciso di lasciare il proprio lavoro, la propria città, per trasferirsi nel mezzo di una campagna bellissima e prendere in mano le redini della fattoria Di Vaira, una realtà nota fin dal secolo scorso, immersa nel verde e affacciata sul mare di fronte alle isole Tremiti.

Suo fondatore fu il cavalier Francesco Di Vaira, uomo eclettico e lungimirante. Dopo la sua scomparsa senza eredi, l’azienda passò a una fondazione che portò avanti la missione di formare ed educare i giovani alla professione agricola sino al 2006, quando il consiglio direttivo optò per consegnare la conduzione della società a una struttura esterna, che con altri soci diede vita all’Opera società agricola biodinamica Di Vaira.

Economia circolare

Obiettivo dell’Opera è stato quello di creare un organismo a ciclo chiuso secondo i principi della biodinamica, con la presenza di una stalla di vacche da latte, una di capre, oltre a 500 ettari tra vigneti, oliveti e coltivazioni miste, sia per la produzione di cereali, sia di foraggio per gli animali.

“Il nostro scopo – spiega Paola – punta all’individualità, ovvero all’autosufficienza di tutte le parti coinvolte della fattoria: per questo il bestiame deve assumere il cibo prodotto dall’azienda, così da rendere poi alla stessa un composto fondamentale per la sua sopravvivenza, per la fertilità del terreno, il letame. Scegliere la via della biodinamica è più faticoso e meno redditizio rispetto a una scelta di tipo industriale ma significa optare per un ciclo più rispettoso della natura e delle sue fasi”.

Il risultato che dà questo approccio è la qualità dei prodotti, la garanzia di trasparenza di tutta la filiera. “L’attore principale di tutto questo processo – afferma Paola – è il consumatore: è lui che deve maturare una coscienza diversa, più attenta e critica, per apprezzare il lavoro di chi, come noi, rinuncia a una agricoltura chimica e fatta di di grandi volumi”.

Prodotti naturali

Il raccolto della fattoria consiste in ortaggi, pomodori, cereali e leguminose che vengono distribuiti attraverso una società esterna in tutti i negozi specializzati biologici Cuorebio e Naturasì d’Italia.

Le uve sono vendute a una cantina sociale che realizza vino con doppio marchio, Perlage e Di Vaira ma a fine mese vedrà la luce anche un vino autoprodotto, una Falanghina, con etichetta Di Vaira. I 15 ettari coltivati a uliveto invece consentono la produzione di un olio extravergine molto apprezzato.

La vita di tutti coloro che lavorano nell’azienda è impegnativa e non conosce orari: “In alcuni periodi siamo anche più di sessanta e ognuno di noi non si risparmia. Chi si occupa della stalla si sveglia alle 4 del mattino e a volte alle 6 di sera è ancora impegnato con le mucche. Non si riesce mai a staccare, ci si addormenta sperando che la notte non porti la gelata, che la piantina che hai curato dal nulla cresca e dia il meglio di sé. E’ un lavoro fatto di sacrificio, si sta sempre all’aperto, spesso si è soli con la propria occupazione e si finisce per lavorare molto anche su se stessi”.

 

Ti potrebbe interessare anche:

BioperMe: il calendario di NaturaSì

Allergie e intolleranze alimentari

Almaverde: il bio arriva in bici

Foto Ufficio Stampa