Quanto e in che modo cambiano le abitudini alimentari delle famiglie in seguito alla crisi economica? Anche portando il vino… da casa.
Diritto di tappo
Avevamo già affrontato questo tema parlando di food-sharing, un’idea tedesca che ha già avuto molto successo nel nord Europa ed è da poco arrivata anche nel nostro Paese. O forse dovremmo dire che è tornata ai giorni nostri, riveduta e corretta da Internet, perché in realtà esisteva già quando le famiglie erano più numerose e non si buttava via nulla: infatti, gli avanzi non esistevano e si condivideva e scambiava il cibo senza bisogno dei moderni mezzi di comunicazione di cui disponiamo oggi.
Stesso discorso vale per il diritto di tappo, Byob in inglese (bring your own bottle), una pratica nata in Australia negli anni ’60 e da circa trent’anni molto diffusa anche in Canada. Si tratta della possibilità di portare, in un ristorante che lo consenta, una bottiglia di vino comprata altrove, pagando una sorta di tassa al locale che mette a disposizione servizio e lavaggio di calici e decanter.
Anche nel Regno Unito ci sono locali popolari che da tempo espongono l’insegna Byob, ma la novità è che da qualche tempo a questa parte anche i ristoranti più esclusivi lo consentono, seguendo l’esempio di quelli statunitensi, nei quali può succedere di veder arrivare la cantante Madonna con bottiglia e bicchieri nella borsa.
Non solo vino
Il fenomeno si è allargato dal vino al cibo (Byof ovvero bring your own food) e sta coinvolgendo anche l’Italia, che riscopre così il vero significato del coperto. Aggiunto al conto nel 99% dei ristoranti italiani, il coperto (corkage fee) è figlio della tassa che l’oste medievale chiedeva ai clienti quando questi si fermavano a mangiare portando con sé cibo o vino o entrambe le cose e utilizzando però piatto, bicchiere e pane della casa. Insomma, una sorta di affitto di un posto a sedere per la durata del pasto.
All’estero il senso del coperto è rimasto questo, e viene applicato solo nei locali Byob, mentre in Italia viene richiesto in quasi tutti i ristoranti, quasi sempre senza dare ai clienti la possibilità di portare con sé il vino più adatto al pasto: pratica che non nasce soltanto per risparmiare sul conto (bisogna considerare che i ristoratori possono chiedere una tariffa che in genere va dai 5 ai 7 € per il servizio), ma anche per ovviare al problema della carta dei vini che non offre sempre e ovunque una vasta gamma di scelta o una selezione all’altezza del menù proposto.
Anche in Italia
La crisi economica sta comunque portando alcuni locali ad abolire il coperto e sta aiutando la diffusione di pratiche come quella del Byob, il diritto di tappo, anche nel nostro Paese. Locali di tutte le fasce si stanno adeguando al trend con diverse formule: dal chiosco in spiaggia, che mette a disposizione griglia e carne, cotta direttamente dal cliente che paga un prezzo fisso, alle iniziative più esclusive in occasione delle quali abili chef creano menù studiati su misura per il commensale che voglia valorizzare una bottiglia speciale.
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