zafferano

Alle porte del capoluogo lombardo si coltiva lo zafferano, ingrediente fondamentale del celebre risotto alla milanese. 

Giallo a Milano: lo zafferano

Crocus sativus, questo è il nome scientifico dello zafferano. Non è una pianta facile da coltivare e da lavorare, per la delicatezza e le cure che richiede. In compenso, dà grandi soddisfazioni economiche ed è estremamente versatile: non solo nel risotto quindi, ma nella preparazione di tutti i piatti, dagli antipasti ai dolci, fino ai liquori e alle birre.

Per tutte queste caratteristiche sembra fatto apposta per giovani imprenditori, la cui scelta di lavorare la terra si coniuga con le nuove esigenze di sostenibilità della filiera alimentare, anche in vista di Expo 2015.

Fiori preziosi

Così, dopo altre regioni più a sud, lo zafferano è arrivato anche in Lombardia. Da Varedo, dove ha sede la Zafferanami, utilizzata anche dallo chef Davide Oldani, in provincia di Monza e Brianza, alle colline di Ronco Briantino dove  lo zafferano padano è coltivato dai cugini Cogliati,  per finire  alla produzione biodinamica di Villa Serica a Caprino Bergamasco, è tutto un fiorire di preziosi pistilli.

Ma un po’ dappertutto in Lombardia e dintorni si stanno sperimentando produzioni e  primi raccolti. Appena fuori dalla regione, nel Garda trentino, troviamo infatti la produzione biologica Maso Giomo di Brentonico, marchio dell’azienda agricola Giovanni Poli, a ben mille metri sul Monte Baldo.

Non dobbiamo dimenticare che il crocus sativus ha bisogno di caldo, ma anche di freddo. Come sugli altipiani iranici, anche in Lombardia si alternano estati caldissime e inverni rigidi. La sfida può essere quindi raccolta, anche tenuto conto delle  innovazioni agricole sempre più sofisticate che queste  giovani imprese possono mettere in campo.

 

 

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