Succose e profumatissime, le arance sono tra i frutti più preziosi e vitaminici di stagione. Ottime da consumare come merenda o da gustare come sostituto del dessert a fine pasto. Anche in cucina sono un ingrediente versatile, danno un gusto insolito a salse, vinaigrette e insalate e aromatizzano moltissimi dolci.
Le arance: il colore del benessere
Numerose le varietà: fra le più comuni le Washington, bionde e dolci, che maturano tra novembre e marzo. Le Sanguinelle sono a punto invece a gennaio e hanno polpa di colore rosso intenso scura. Le Navel, dolci e molto succose, sono le più adatte per le spremute. Le arance Tarocco sono tra le varietà più pregiate a polpa giallo arancio screziata di rosa. Le arance siciliane di Ribera sono le uniche che hanno ottenuto il riconoscimento Dop, la denominazione di origine protetta.
Acquistale mature e sode, con la scorza integra. Conservale in frigorifero nell’apposito scomparto per la frutta e consumale fresche, a spicchi, oppure sotto forma di spremuta. Ricorda che le arance sono frutti dalle molteplici proprietà benefiche, ricche di vitamina C e antiossidanti, un vero toccasana contro i malanni dell’inverno: sarebbe consigliabile consumarne almeno una al giorno.
Usa la scorza
Se devi utilizzare la scorza dell’arancia, ricorda di sceglierla non trattata. Sciacquala, asciugala e grattugiala con l’apposita grattugia che ricava i filetti. Oppure, ricava con il pelapatate tante fettine solo della parte aranciata della scorza.
Taglia le scorze ottenute a filetti sottilissimi di circa 3 cm di lunghezza e usali per decorare insalate, arrosti dolci e macedonie. Se le usi invece per i dolci, scotta le scorzette, immergendole in acqua bollente per 1 minuto per 3 volte, e cambiando ogni volta l’acqua, per togliere retrogusto amaro.
Per pelare l’arancia al vivo e ricavare gli spicchi senza la pellicina, dopo aver eliminato le calotte alle estremità, mantieni l’arancia in posizione verticale e taglia la scorza in profondità con un coltellino, arrivando alla polpa viva. Infila la lama del coltellino fra la polpa e la pellicina di ciascuno spicchio e, spingendolo verso l’alto, staccalo dalla membrana che lo riveste.
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