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Luigi Caricato, uno dei massimi esperti mondiali fa il punto sulla situazione dell’olio extravergine da olive. E dà appuntamento a Olio Officina Food Festival, tre giorni interamente dedicati a raccontare questo straordinario prodotto.

Luigi Caricato: con un filo d’olio…

“In tanti anni di totale dedizione all’olio da olive, sono passato con estrema disinvoltura dallo studio e pratica diretta della letteratura fino all’approfondimento dei grandi temi dell’alimentazione, con un occhio di riguardo per gli oli da olive in particolare. Occuparmi di olio è stato per me un atto naturale, per certi versi un omaggio alle mie radici e una forma indiretta di riconoscenza verso la mia famiglia”.

Nato in Salento e discendente di una famiglia che produce olio da due secoli, Luigi Caricato ha iniziato a scrivere di questo argomento dietro suggerimento e sollecitazione dello scrittore Giuseppe Pontiggia, grande maestro contemporaneo che Luigi Caricato ha frequentato a Milano agli inizi di carriera.

Esperto di fama mondiale

Oggi, dopo tanti anni, e alcune decine di libri sull’argomento, oltre a un prestigioso curriculum che l’ha portato a diventare uno dei massimi esperti mondiali di olio da olive (un’espressione da lui coniata, insieme alla definizione di oleologo, l’esperto di olio, e a olivagione, per indicare la raccolta di olive) si appresta ora a inaugurare la terza edizione di Olio Officina Food Festival, la grande manifestazione interamente dedicata al mondo di questo prodotto ineguagliabile.

“In questo momento l’olio extravergine gode di grande popolarità”, racconta Luigi Caricato. “E’ riconosciuto come ingrediente fondamentale della dieta mediterranea e considerato come un vero proprio cibo funzionale, indispensabile per seguire un sano stile di vita. Ma non solo: c’è una larga parte di consumatori molto sensibili che ha imparato a sceglierlo e utilizzarlo anche a partire dai profili sensoriali, olfattivi e gustativi”.

Eppure, occorre ammettere, la comunicazione relativa all’olio è ancora carente: “C’è una grande mancanza di cultura: l’olio da olive è un prodotto agricolo semplice e immediato, che va consumato fresco e fragrante. Sia chi lo produce, sia chi lo consuma non sa ancora spiegare in modo convincente, e avvincente, l’olio. Un ruolo fondamentale dovrà averlo al riguardo anche la ristorazione: una battaglia vinta, in parte, e che rivendico, è l’obbligo imposto ai ristoranti di usare bottiglie sigillate, per rispetto della clientela e a tutela della qualità e genuinità”.

Filiera in conflitto

Se a tutto questo si aggiungono le divisioni e le rivalità che percorrono il settore, non c’è da stare allegri. “Il prodotto italiano è di altissimo livello – continua – ma la filiera è in eterno conflitto. Anziché fare fronte comune e dominare la scena mondiale, c’è una conflittualità altissima. Bisogna comprendere che è necessario costruire una casa comune che coinvolga produttori, ristoratori e consumatori.”

Eppure Luigi Caricato è ottimista: ha appena pubblicato un piccolo elegante libretto che ha tutti i caratteri di un corrosivo pamphlet, nel più puro stile della polemica letteraria, “Libero olio in libero Stato”, edito da Zona Franca, che attraverso riferimenti colti e dati oggettivi mette a nudo le criticità del sistema.

“Ho voluto dare una scossa elettrica a un settore che rischia di implodere. I produttori hanno diritto a un’equa remunerazione senza essere sfruttati da avidi speculatori: bisogna conciliare l’idea di un olio democratico e disponibile per tutti con i diritti dei lavoratori, superando le contraddizioni di un mercato globalizzato che appiattisce tutto, e dare così risalto a questa grande eccellenza del made in Italy”.

 

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Foto Ufficio Stampa