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Dimentica la spesa settimanale e le ricette tradizionali: il futuro della cucina si preannuncia rivoluzionario. Dall’abbigliamento commestibile ai cibi che assorbono CO, l’alimentazione del 2050 sarà profondamente diversa da quella di oggi. A delineare questo scenario sulla cena del futuro è un’analisi di HelloFresh, realizzata in collaborazione con Morgaine Gaye, futurologa del cibo, e Joseph Poore, climatologo dell’Università di Oxford.

Cena dal futuro

Cosa mangeremo nel 2050? Entro quella data, la popolazione mondiale supererà i 10 miliardi di persone, mentre le nazioni dovranno aver raggiunto l’obiettivo delle emissioni nette zero. Una combinazione che metterà sotto pressione il sistema alimentare globale, costringendolo a trasformarsi.

In Italia, per esempio, lo spreco domestico genera ogni anno circa 7,8 milioni di tonnellate di CO, pari al 2% delle emissioni nazionali: ogni cittadino butta via in media 30 kg di cibo, equivalenti alle emissioni di un’auto che percorre 1.100 km. Ridurre gli sprechi sarà quindi essenziale. 

“Nonostante le tecnologie avanzate, il momento del pasto conserverà la sua forza simbolica ed emotiva. Grazie all’AI, ci sarà più spazio per vivere il cibo come esperienza di connessione con gli altri e con l’ambiente”, conclude Morgaine Gaye, futurologa del cibo. 

Proprio mentre il tema della sostenibilità alimentare torna al centro dell’attenzione, basti pensare all’edizione 2025 del Food & Science Festival di Mantova (16-18 maggio), dedicata ai “Cambiamenti”, HelloFresh ha identificato, attraverso le previsioni degli esperti, dieci tendenze che potrebbero definire ciò che metteremo in tavola nel 2050. 

“Il cibo del futuro sarà molto diverso da quello attuale, ma non sempre come immaginiamo. Adatteremo le nostre abitudini per affrontare il cambiamento climatico, riscoprendo colture del passato e riducendo i consumi di origine animale. Un beneficio per l’ambiente e per la nostra salute”,  sostiene Joseph Poore, climatologo, Università di Oxford.

Dieci tendenze che rivoluzioneranno l’alimentazione

Pasti comunitari e condivisione alimentare. Il cibo resterà un’esperienza emotiva e sociale. Aumenteranno i pasti condivisi all’interno di quartieri e comunità, valorizzando i prodotti coltivati collettivamente e le ricette tramandate tramite archivi digitali familiari. Anche a distanza, sarà possibile cenare “insieme” grazie a ologrammi immersivi. 

Addio alla spesa settimanale. L’intelligenza artificiale e i servizi di box ricette diventeranno la norma. Gli ingredienti verranno consegnati direttamente a casa nelle dosi esatte, riducendo drasticamente gli sprechi e semplificando la gestione dei pasti.

Abiti che coltivano. I vestiti del futuro potrebbero produrre cibo. Con tessuti intelligenti e materiali bioattivi, sarà possibile coltivare micro-ortaggi o erbe aromatiche direttamente nelle tasche dei propri capi: un piumino potrà diventare mini-serra portatile, perfetto per chi vive in mobilità.

Agricoltura urbana diffusa. Le città si trasformeranno in ecosistemi alimentari. Orti verticali, serre sui tetti, gruppi di acquisto solidale e filiere corte renderanno i quartieri veri e propri centri di produzione. La spinta sarà verso un’autosufficienza alimentare locale e sostenibile.

Cibo che cattura CO₂. Alcuni alimenti non si limiteranno a nutrire, ma aiuteranno a salvare il pianeta. Molluschi come mitili, ostriche e vongole, capaci di assorbire carbonio nei gusci, saranno tra i protagonisti delle diete future, grazie anche allo sviluppo di acquacoltura sostenibile e agricoltura oceanica.

Sprechi alimentari azzerati dall’AI. Algoritmi intelligenti pianificheranno i pasti in base alla disponibilità degli ingredienti, ottimizzando l’uso delle risorse. Frutta e verdura “brutte” saranno rivalutate e gli scarti diventeranno nuovi piatti grazie alla stampa 3D alimentare. 

Agricoltura, salute e ambiente

Colture climaticamente adattive. Il riscaldamento globale rivoluzionerà le coltivazioni: mango e papaya cresceranno nel Mediterraneo, mentre nei paesi nordici si diffonderanno soia, quinoa e uva. Il Regno Unito potrebbe coltivare agrumi e avocado, e la Scandinavia vedere prosperare sorgo e kiwi.

Il ritorno alle origini. Torneranno in auge raccolti antichi e piante resilienti come dente di leone e acetosella. Resistenti a climi estremi e poveri di risorse, queste specie arricchiranno la dieta e aiuteranno a preservare la biodiversità.

Superfood etnici diventano mainstream. Ingredienti esotici di porridge e insalate, il teff, il fonio o i fagioli marama – tradizionalmente coltivati in Africa o nelle Ande – entreranno nella cucina quotidiana europea. Ricchi di nutrienti e adattabili al cambiamento climatico, diventeranno protagonisti anche di colazioni e dessert.

Cibo come medicina. Grazie all’integrazione dei dati sanitari, l’alimentazione sarà sempre più personalizzata. L’AI suggerirà porzioni, nutrienti e combinazioni su misura, con l’obiettivo di prevenire malattie e migliorare il benessere psicofisico in modo proattivo. 

HelloFresh

HelloFresh è un gruppo globale di soluzioni alimentari e l’azienda leader al mondo nel settore dei meal kit. Il gruppo HelloFresh è composto da otto marchi che forniscono ai clienti cibo di alta qualità e ricette per diverse occasioni. L’azienda è stata fondata a Berlino a novembre 2011 e opera negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, nei Paesi Bassi, in Belgio, in Lussemburgo, in Australia, Austria, Svizzera, Canada, Nuova Zelanda, Svezia, Francia, Danimarca, Norvegia, Italia, Irlanda e Spagna.

Nel Q1 2025 HelloFresh ha consegnato circa 240 milioni di pasti a livello globale. HelloFresh è stata quotata alla Borsa di Francoforte nel novembre 2017 e attualmente è quotata nell’indice MDAX (Mid-Cap German Stock Market Index). Il gruppo HelloFresh ha uffici a Berlino, Saarbrücken, New York, Chicago, Boulder, Londra, Amsterdam, Sydney, Toronto, Auckland, Parigi, Copenhagen, Milano, Dublino e Barcellona. 

 

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Foto Ufficio Stampa