L'ecologia di Obama (da ilcambiamento.it)

L’ecologia di Obama (da ilcambiamento.it)

Era il ’70 quando l’allora presidente americano Richard Nixon pronunciò  il celebre Discorso in difesa della Madre Terra. L’ecologia usciva dall’ombra e diventava uno dei grandi argomenti del secolo.

Da Nixon a Obama: se non ora quando?

Now or never?  Se non ora quando? L’esortazione risuonò come un ultimatum in difesa del pianeta davanti al Congresso degli Stati Uniti. Oggi lo stesso appello si rinnova per bocca di Barack Obama all’Università di Georgetown. Nei quattro decenni in mezzo ci si è crogiolati nell’illusione che il pericolo fosse dilazionabile per sempre (non esistono modelli climatici assoluti) e che gli allarmi lanciati dagli scienziati fossero solo catastrofismo dei rappresentanti dell’ecologia radicale.

La consolatoria illusione sta però rapidamente crollando (il 97% degli scienziati riconosce il fenomeno del surriscaldamento) man mano che i cambiamenti climatici sembrano subire un’accelerazione altrettanto brusca. In più, il consenso a Obama si era alimentato anche con l’ambientalismo e su questo fronte non sono state poche le delusioni del precedente mandato.

Rinnovare le promesse

Rinverdire di nome e di fatto le promesse di allora ha guidato Obama in questa nuova presa di posizione nell’ atteso discorso sull’ambiente, il primo del secondo mandato, in cui ha spiegato che la strategia energetica giusta non può riguardare solo il petrolio.

Nello spiegare i punti principali del suo programma, Obama ha fatto presente che dal 2006 nessun Paese al mondo ha ridotto l’inquinamento da gas serra come gli Stati Uniti. Ma c’è ancora molto da fare, anche se un periodo di transizione è necessario.

«L’economia verde può essere il motore per i prossimi decenni e voglio che costruiamo quel futuro. È il nostro compito. Questo non vuol dire che improvvisamente smetteremo di produrre carburanti fossili, un periodo di transizione richiede tempo, ma chi dice che questo danneggerà i rifornimenti energetici, mente. Occorre una nuova strategia che tuteli dall’inquinamento e preveda un coordinamento globale. Si inizia con quello da biossido di carbonio, facendo un uso maggiore dell’energia pulita, sprecando meno energia per le attività economiche».

Futuro in verde

Obama ha dato il mandato allEnvironmental Protection Agency, l’agenzia federale preposta alla difesa dell’ambiente, di compilare un piano che evidenzi il limite delle emissioni di biossido di carbonio degli Stati Uniti. L’agenzia ha avuto anche un termine: un anno da oggi. Entro giugno 2014, dovrà calcolare danni possibili e alternative valide per evitarli.

Il piano prevede otto miliardi di dollari in garanzie governative per prestiti destinati a investimenti su tecnologie che impediscano che il biossido di carbonio prodotto dagli impianti energetici arrivi all’atmosfera e fissa come obiettivo la riduzione di almeno 3 miliardi di tonnellate metriche di carbonio accumulato entro il 2030 (si tratta di oltre metà dell’inquinamento annuale da carbone del settore energetico in Usa).

Dal Protocollo di Kyoto a Rio +20 e Cancun molta strada è stata fatta e molta ne resta ancora da fare, ma se non ora, quando?

 

 

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