O meglio, voglio l’erba: quella verde dei prati. Sarà l’alimentazione sostenibile di domani, insetti compresi.
Alimentazione sostenibile: l’erba voglio
La popolazione mondiale non fa che aumentare (entro quarant’anni saremo due miliardi in più – salvo imprevisti – rispetto ai sette attuali ). Le risorse idriche scarseggeranno e per evitare carestie dovremo mangiare vegetali (erba compresa), anziché bistecche.
Infatti, se l’umanità continuerà a cibarsi ai ritmi attuali seguendo la dieta odierna, entro il 2050 ci aspettano catastrofiche carenze alimentari: già oggi, secondo cifre dell’Onu, 900 milioni di persone soffrono la fame e 2 miliardi sono da considerare malnutrite. L’indicazione dunque è netta: si deve cambiare dieta e diventare tutti vegetariani, o quasi, convertendoci a un’alimentazione sostenibile.
Attualmente ricaviamo il 20% delle proteine necessarie al nostro fabbisogno da prodotti derivati dagli animali (carne, uova o latticini). Se vogliamo scongiurare una catastrofe annunciata questa percentuale dovrà scendere al 5% o forse anche a meno entro il 2050.
Sempre meno acqua
Il problema di partenza è l’acqua che già oggi scarseggia ed è fonte di conflitti aspri per contendersi le risorse idriche, dighe comprese. Il cibo ricavato da animali, infatti, consuma da 5 a 10 volte più acqua di quella che serve a un’alimentazione vegetariana. E questo esaurisce l’argomento.
Ma se proprio vogliamo mettere qualche cosa sotto i denti la rivoluzione richiesta agli occidentali è ancora più epocale: si chiama entomofagia, cioè cibarsi di insetti. Secondo la Fao nutrirci di grilli e cavallette significherebbe eliminare malnutrizione, obesità e inquinamento a tutto vantaggio di un’alimentazione sostenibile per il pianeta e per il nostro metabolismo disastrato da zuccheri e fritti.
Già oggi il consumo di insetti a scopo alimentare è molto diffuso nel Sud-Est asiatico e in alcuni Paesi dell’Africa e del Sud America. Secondo i dati diffusi dall’organismo mondiale della nutrizione e dell’agricoltura, sarebbero almeno 527 le diverse specie di insetti consumate nel mondo a scopo alimentare tra Sudafrica, Venezuela, Colombia, Giappone, Laos, Cambogia, Thailandia, Vietnam e Cina.
Produzioni sostenibili
La produzione di insetti è economica, ecologica e non richiede emissione di gas nell’atmosfera. Si possono sfamare un gran numero di persone senza creare shock all’ambiente e fornendo un dieta equilibrata e priva di grassi.
Negli Stati Uniti e Canada qualcuno comincia a sperimentare la nuova cucina a base di formiche e miele, cavallette arrostite, spiedini di grilli. In Europa Alexis Chambon, grande chef francese, cerca di diffondere il più possibile la nuova tendenza cucinando grilli e altri insetti che si trovano in Europa.
A pensarci bene si tratta di superare solo un tabù culturale. Guardiamo negli occhi un gamberetto, è così diverso da una cavalletta? E una cicala di mare da una cicala canterina? E ancora, quella masserella di palline nere che chiamiamo caviale è così distinguibile da un insieme di formiche grassocce? Cominciamo a pensarci seriamente, il resto verrà da sé.
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