Alimentazione e nutrizione non sono la stessa cosa. La differenza fra alimentarsi o nutrirsi è una delle questioni più importanti per stare bene.
Alimentarsi o nutrirsi?
L’alimentazione è la base della vita umana e ognuno è il riflesso del proprio modello alimentare. L’uomo è ciò che mangia, sosteneva il grande filosofo tedesco Ludwig Feuerbach. Ognuno ha delle caratteristiche psico-fisiche individuali, legate allo stile di vita personale, alle proprie convinzioni e condizioni e all’ambiente circostante; è quindi essenziale e fondamentale adottare lo stile alimentare più adatto ai bisogni di ciascuno.
Energie non calorie
Ogni attività fisica e mentale comporta un certo dispendio di energia e l’organismo ne utilizza una determinata quantità che assume attraverso il cibo. È quindi fondamentale che si crei un equilibrio fra l’energia introdotta e quella utilizzata per svolgere i compiti da svolgere nella quotidianità. Questo meccanismo, misurato in calorie, definisce il concetto di alimentazione che si basa sull’introduzione necessaria di cibo all’interno del corpo.
La nutrizione invece è un concetto più complesso, un scienza che studia l’essenzialità e i bisogni dei nutrienti nelle varie condizioni di età, sesso e di vita dell’individuo; quello della nutrizione è un concetto mirato.
Ma nel linguaggio comune, spesso alimentazione e nutrizione sono considerati sinonimi e si scambiano i ruoli e questo è un errore perché, a differenza dell’alimentarsi, nutrirsi non significa “introdurre” necessariamente del cibo, bensì analizzare che cosa si introduce
L’organismo necessita di circa 114 elementi nutritivi, fra vitamine, proteine, sali minerali, aminoacidi, acidi grassi omega 3, eccetera. Ognuno di questi elementi ha un ruolo indispensabile per il buon funzionamento di tutto l’organismo e far sì che le cellule ricevano quotidianamente questi elementi.
Differenze qualitative
Oggi si assiste al paradosso per cui la popolazione mondiale, specie nei Paesi occidentali, è iperalimentata ma iponutrita. L’accessibilità e disponibilità di cibo è sempre maggiore – basta farsi un giro nei supermercati – ma sfruttamento dei terreni e allevamenti intensivi, preparati chimici, congelazione, lavorazioni industriali e trasporti, impoveriscono le qualità organolettiche di quello che finisce nel piatto.
Ecco perché pur alimentandosi a dovere, non ci si nutre a sufficienza. È dunque di fondamentale importanza tornare a capire quello che si mangia, privilegiare i cibi coltivati in prossimità, porsi il problema del consumo eccessivo di carni, privilegiare le coltivazioni biologiche e i prodotti di stagione. Anche quando per comodità o per scelta facciamo la spesa al supermercato.
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